Al via il restauro del cavallo di 2000 anni

Di lui si sa che trasportava merci e se ne conosce l’altezza, ma dal restauro commissionato dal Parco Archeologico di Pompei si attendono più informazioni. Lo scheletro di questo amico dell’uomo sarà anche riprodotto in 3D per gli ipovedenti

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Bologna, 9 gennaio 2022 – Fu ritrovato 83 anni fa durante gli scavi archeologici effettuati dal ricercatore Amedeo Maiuri a Pompei e adesso è il momento di un nuovo restauro.

Stiamo parlando  dello scheletro di un cavallo quasi bimillenario, per il quale parte un progetto di restauro e valorizzazione a cura del Parco archeologico.

Una volta restaurato e consolidato, grazie al rilievo laser scanner dello scheletro, sarà realizzato un modello in 3d per ipovedenti, in vista di un nuovo allestimento accessibile e inclusivo.

Lo scheletro dell’animale, un cavallo alto un metro e 34 centimetri al garrese, utilizzato per il trasporto delle merci per il traino, emerse in via dell’Abbondanza. In quella che si pensa fu una stalla.

Maiuri lasciò sul luogo del ritrovamento i reperti, secondo la pratica della musealizzazione diffusa. Rimettendo in piedi il cavallo su una struttura in metallo, coperto da una tettoia. Ma, con il passare dei decenni, l’armatura metallica ha danneggiato lo scheletro anche con fenomeni di ossidazione. Che hanno intaccato il colore delle ossa.

Per tale motivo il Parco archeologico di Pompei ha intrapreso il suo restauro con il progetto di un nuovo allestimento che permetta di valorizzarlo.

«’Si tratta di un intervento multidisciplinare. Che vede all’opera i restauratori in primis e gli archeologi. Costantemente affiancati in ogni fase degli interventi da un archeozoologo al fine di condurre un adeguato studio scientifico del cavallo, non affrontato all’epoca del Maiuri. Tale studio fornirà ulteriori e importanti informazioni sul tipo di animali utilizzati a Pompei e sulle loro caratteristiche» ha sottolineato il direttore del Parco Gabriel Zuchtriegel.

 

 

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