Sardegna, carnevale e cavalli: dalla Sartiglia di Oristano in poi

Le Sartiglie del 2024 sono concluse, Oristano ha celebrato il rito ma per gli appassionati di cavalli il Carnevale sardo non è solo questo

Su Componidori Su Componidori del Gremio dei Falegnami, rosa e celesti, al e il suo secondo nella Sartiglia di Oristano 2024 -.Foto di Francesco Pinna
Cagliari, 22 febbraio 2024 – Sono tanti i cavalli che a Carnevale rendono la Sardegna un’isola speciale per tutti gli appassionati del mondo equestre.

Eppure ogni anno, generalmente il martedì grasso, la Sartiglia di Oristano mi cattura, per una full immersion dentro la sua sarabanda che prima galoppa forsennata per prendere la stella e poi allinea le pariglie come base dinamica per le più spericolate evoluzioni.

Dopo la vestizione del capocorsa, Su Componidori, un rito affascinante, molto intimo e lento, che intriga molto i turisti, ecco il lungo corteo storico che rievoca il medioevo e la giudicessa di Arborea, Eleonora, santa laica per tutti i sardi,colei che promulga la “Carta de Logu”, un vero e proprio corpus legislativo, che anticipa i tempi moderni.

La città di Oristano, a seguire, offre i suoi ricchi costumi nelle versione rossa e nella versione nera, un corteo che magnifica la capitale del Campidano, indossato da bambini, giovani ed anziani.

Squillano sempre le chiarine ed imperversano i tamburini.

Ed ecco arriva il Deus della festa, Su Componidori del Gremio dei Falegnami, il portacolori di San Giuseppe con i fiocchi rosa e celesti, al secolo Fabrizio Manca.

Insieme a lui i suoi secondi, e subito il terzetto del Componidori della domenica (Giovanni Utzeri) per il Gremio dei Contadini con i fiocchi rossi di San Giovanni e ancora la torma dei 120 cavalli che li accompagnano.

Un corteo sgargiante e col volto coperto, impossibile riconoscerli, aiutano i numeri delle testiere; tra di loro una mezza dozzina di donne che montano con la gonna lunga e vogliono essere riconosciute per le abili amazzoni che sono.

Spariti i figuranti ecco che si fa sul serio e lo spazio è solo per i cavalli e i cavalieri.

Su Componidori e il suo secondo, risalgono via Duomo, inizia la cerimonia dell’incrocio delle spade sotto la stella; è Su Componidori che lancia il guanto di sfida e gli altri cavalieri, per rappresentazione del secondo, la accettano.

Intriga notare che uno dei cavalli è ben trattenuto, con la bocca schiumante, mentre l’altro cavallo è più disteso e fa passi più lunghi.

La parte lenta termina, adesso si galoppa per prendere la stella.

Foto di Francesco Pinna

Il terzetto de Su Componidori Fabrizio Manca non fa centro e così pure la triade de su Componidori dei Contadini Giovanni Utzeri.

La prima stella la coglierà Enrico Fiori e il pubblico esplode.

Le stelle colte saranno dodici come la precedente domenica.

Tra queste brillano i centri di Sonia Cadeddu ed Elisabetta Sechi; la corsa vincente di Fabrizio Pomogranato è la migliore, da manuale: rimane largo a sinistra, chiude al centro, coglie la stella e galoppa imperterrito fin dentro la curva di San Francesco, grande.

Quando Su Componidori decide di finire e di usare su Stoccu, una corta lancia di legno, non ha sorte, ed allora si va a concludere.

S’Arremada, l’ultimo gesto, è la benedizione del pubblico con Sa Pippia de Maju, uno scettro di viole, mentre il capocorsa galoppa sdraiato all’indietro sulla groppa del cavallo.

Si ricompone il corteo e si va tutti in via Mazzini a cercare gloria con la propria pariglia.

Le acrobazie del martedì sono come sempre , belle , intriganti ed emozionanti; alcuni ponti alti lasciano tutti col fiato sospeso; molti classici 3 su 3, qualche caduta ma niente di grave.

Le Sartiglie del 2024 sono concluse, Oristano ha celebrato il rito ma per gli appassionati di cavalli il Carnevale sardo non è solo questo.

In tutto il centro Sardegna collinare, dove si allevano cavalli e le tradizioni sono radicate, è un fervore di iniziative da Sa Carrela ‘e Nanti di Santulussurgiu, la più amata per la sua carica di adrenalina, fino alle celebri Pentolacce di Paulilatino e Benettutti, le pariglie di Bonorva, passando per varie “Cursa a sa Pudda”, le corse alla gallina, un simulacro di gomma, le corse alla frittella, il tutto tra costumi colorati, cavalli bellissimi e una commistione tra concorsisti, cavalieri della domenica, pariglianti, vecchi e ragazzini, mescolando galoppo, abilità, acrobazia in un tripudio composito di selle di tutti i generi, sottosella tradizionali ricamati, collane con decine di campanelle trillanti; insomma un carnevale di eccitazione forte col profumo caldo del sudore dei cavalli.