Il cavallo non sale: che fare? 5 suggerimenti e una promessa

Con Francesco Taraschi, istruttore e addestratore, svisceriamo uno dei problemi più comuni nel mondo equestre e che affligge il 22% di chi lo vive: il cavallo che non sale su van, trailer e c.

Il cavallo non sale...che fare?

Bologna, 8 ottobre 2020 – Lo abbiamo chiesto ai nostri lettori, e il responso è stato chiaro.

Nel 22% dei casi chi ha risposto al nostro sondaggio su Instagram ha questo problema, il cavallo non sale volentieri sul mezzo quando deve effettuare un trasporto.

Il che può provocare grossi problemi in caso di emergenze, come incendi o alluvioni tanto per richiamare fatti di cronaca recenti.

Abbiamo quindi pensato di rivolgerci a una delle persone che può aiutarci a risolvere il problema.

Il nostro lui è Francesco Taraschi, istruttore di equitazione Fise e British Horse Society, oltre che tecnico addestratore di cavalli con la qualifica di Pratictioner secondo il metodo Tellington Ttouch.

Che comincia con una precisazione di principio: “Ciò che Senti è più importante di ciò che sai: l’aver acquisito delle tecniche, aver studiato dei metodi alle volte non basta. Bisogna sentire, seguire l’intuito cercando attraverso di esso una connessione che si trasforma in comunicazione, molti dei problemi con i cavalli si potrebbero risolvere semplicemente attraverso questo tipo di approccio”.

Un approccio davvero naturale, ci viene da pensare.

“L’uomo non deve imporre i propri schemi mentali  a priori alla natura, ma deve scoprirne umilmente le leggi interne che ne regolano la vita e che sono sconosciute ai più”.

“Fatta questa premessa”  continua Taraschi, “che ci permette di entrare con un’altra visione in un tema delicato quale il cavallo che non sale sul trailer o sul van, entriamo nel dettaglio”.

Come?

“Molti Maestri e Horsemanship hanno parlato di questo e dato insegnamenti e tecniche, io vorrei ragionare su questo tema attraverso una strada diversa, proponendo ciò che ho imparato nel quotidiano e fatto mio tralasciando suggerimenti di tecnica, etologici, deontologici o di metodo. Dando solo spunti di riflessione su cui ognuno può, volendo, approfondire ed accrescere quel bagaglio culturale fatto anche di un cammino alla scoperta della propria sensibilità e naturalezza”.

Far salire il cavallo sul trailer è un buon campo di prova per queste teorie.

“Normalmente si dice che per il nostro compagno salire su di un mezzo di trasporto è alquanto stressante e in effetti è uno dei problemi comportamentali più comuni, indipendentemente dalla razza del cavallo o dalla disciplina in cui sono coinvolti. E sfortunatamente anche gli incidenti durante il caricamento sono una causa comune di lesioni ai cavalli e ai loro conduttori”.

Quale è stata la tua esperienza personale su questo?

“Nella mia gioventù, nel piccolo allevamento di famiglia, le fattrici con i loro puledri venivano caricati spesso per spostarli di pascolo, per motivi sanitari, per riportarli in scuderia ove avveniva il primo approccio ed i primi rudimentali insegnamenti ai puledri tipo mettere la capezza. E tutte le volte loro, i puledri, erano i primi a salire. Poi i puledri diventavano cavalli e questa condizione non cambiava, salivano sempre sereni!”.

Eppure verrebbe da pensare il contrario, che cavalli abituati ai pascoli e alla libertà dovrebbero avere più paura di una cosa strana come un trailer o un camion o un van.

“Il tipo di situazione e di atteggiamento dei puledri/cavalli sopra raccontato lo trovo ancora dove si fa allevamento su terreni distanti dalla scuderia centrale, ed anche qui si ritrova la stessa serenità sia nei puledri sia nei cavalli che poi viaggiano per le gare”.

Quindi perché oggi in certi ambienti ed in certe discipline il caricare un cavallo su di un mezzo di trasporto è motivo di difficoltà?

“La mia riflessione giunge a queste conclusioni e suggerimenti su cui esercitarsi: paura, inesperienza, inidoneità del caricatore e del trasportatore. Occorre imparare a comunicare più chiaramente ciò che vogliamo dai nostri cavalli, questo consente loro di sentirsi più sicuri facendo cose che sembrano intrinsecamente pericolose”.

Un momento cruciale da affrontare con più metodo, quindi.

“La fase del trasporto, soprattutto le prime volte che la si chiede ad un cavallo,  fa parte dell’addestramento e questo non deve essere mai lasciato al caso”.

Francesco Taraschi ha quindi elencato una serie di suggerimenti sul nostro rapporto con il cavallo utili (anche) in questa delicata situazione: li elenchiamo di seguito, e programmiamo sin da ora con lui un approfondimento su ognuno.
  1. Creare un rapporto di fiducia: generalmente produce un sentimento di sicurezza e tranquillità.
  2. Stimolare la sua abilità Cognitiva ed il suo autocontrollo: un soggetto dotato di cognizione  elabora il mondo attraverso gli stimoli presenti, richiamando alla memoria eventi passati su cui basare le azioni future.
  3. Stimolare la sua Propriociezione: quando un cavallo è più sicuro della sua coordinazione ed equilibrio e riceve una comunicazione chiara dal suo conduttore il trailer, come altro, non è più un problema.
  4. Addestramento e Tempo: il senso etimologico di addestramento si riferisce all’acquisizione di conoscenze, abilità e capacità come risultato di un “periodo” d’insegnamento o della pratica ad una certa disciplina e questo ha bisogno di tempo. E’ molto importante avere la giusta sensibilità nei confronti dei tempi di attenzione che il cavallo manifesta durante le fasi di addestramento al carico onde evitare stress. Inoltre bisogna che diventi parte integrante della formazione del cavallo e non si arrivi a farla durante la necessità o urgenza del carico.
  5. Visualizzazione: importante tecnica su cui esercitarsi per sfruttarne al meglio le potenzialità durante il carico.
Rimanete con noi e con Francesco Taraschi, qui sul web di Cavallo Magazine: approfondiremo tutti questi suggerimenti, uno per uno.

E se il vostro cavallo non sale…beh, ci sarà da studiare e fare i compiti a casa!