Il cavallo Maremmano: e se lo addestrassimo ‘diverso’?

Qualcosa di nuovo, qualcosa di diverso: “Il mio sogno è che chiunque voglia avvicinarsi all’equitazione compri un cavallo Maremmano”, ha detto Luca Merelli

Alla 43° Mostra nazionale del cavallo Maremmano, a Canino (Vt) - foto Maria Cristina Magri
Grosseto, 1 marzo 2024 – Ci sono tanti modi di cambiare le cose, figuriamoci i cavalli.
Come il Maremmano, diverso nei secoli a seconda delle necessità: dagli spigolosi cavalli dei cavalcanti e dei soldati immortalati da Giovanni Fattori ai soggetti ‘migliorati’ della prima metà del ‘900.
Ulteriormente cambiati negli ultimi 30 anni, in cui c’è stato un grande recupero della cultura della monta tradizionale Maremmana da parte di tanti nuovi butteri.
Magari non regolarmente salariati da un  latifondista come ai bei tempi andati. Ma sicuramente diligenti e appassionati tanto da far rivivere, per amore e con gioia, una parte di quel mondo che non c’è più.
 
E il cavallo Marammano è…ve lo spiega bene la notizia di agenzia che segue, di Maria Vittoria Gaviano.
Sangue della sua terra.  La Maremma.
Terra, che ad oggi sembra voglia chiuderlo in un cassetto per poi dimenticare la chiave, pensandolo come un vecchio amico o come colui che ha reso più bella ogni foto, cartolina, immagine.
Il gladiatore della Maremma.
Simbolo solenne, forte, resiliente e nobile, d’animo sopratutto.
Il cavallo Maremmano. Questa razza equina c’è, anche se sembra essere avvolta da un mantello del mistero e invisibilità tanto da far dimenticare quanto sia stato importante per la storia del grossetano.
Il buon amico della transumanza si è evoluto negli anni, diventando un ottimo sportivo.
Nonostante i miglioramenti, sia morfologici che caratteriali, sta affrontando momenti difficili.
Totalmente fuori dal mercato, escluso dalle scelte equestri.
Fa eccezione l’utilizzo per le passeggiate e la disciplina della monta da lavoro.
Sono poco utilizzati per le altre discipline come dressage, salto ostacoli, completo, edurance per citarne alcune.
Anche se quei pochi risultano avere risultati  tutt’altro che marginali.
Perché non utilizzarlo?
Poi c’è ANAM, la grande famiglia del cavallo Maremmano, la quale ne gestisce il Libro Genealogico. E svolge la sua attività di selezione su tutto il territorio nazionale, per promuovere e attuare iniziative di miglioramento,valorizzazione e diffusione.
ANAM mostra come negli anni siano calate le nascite, e gli allevatori, seppur in leggero rialzo dopo gli ultimi anni.
Dunque sorgono vari interrogativi e la direttrice ANAM Paola Tonelli ed il membro della commissione tecnica ANAM Luca Merelli accolgono il grido di Claude Wellens per riportare in auge il cavallo maremmano.
“I cavalli ci sono – spiega Tonelli- e di qualità migliore.  Ma siamo usciti dal gioco. Serve un trampolino di lancio, che potrebbe arrivare con dei contributi per incentivare e invogliare le persone verso la razza Maremmana. Da parte di ANAM c’è una grande selezione ma sopratutto attenzione alla razza monitorata e migliorata negli anni, su più fronti. Adesso dobbiamo piazzarli sul mercato, abituare gli allevatori a qualcosa di diverso e trovare figure professionali che si occupino dell’addestramento dopo la doma”.
“È – dice Merelli – il momento ideale per inserirlo nel mercato. Dobbiamo incrementare le nascite, facilitando gli allevatori. Poi non ci sono addestratori, chi lo ha addestrato, lo tiene, non lo vende. Riqualifichiamo questa figura professionale facendogli avere sbocchi lavorativi. È un cavallo multi attitudinale, adatto all’agonismo amatoriale. Per non sciupare il mercato non dobbiamo commettere gli errori commessi. Il mio sogno è che chiunque voglia avvicinarsi all’equitazione compri un cavallo maremmano”.
Il cavallo Maremmano c’è, ed è in attesa di una rivoluzione: di qualcosa di diverso.