Quando mi è arrivata quella mascherina

Un cavallo felice e libero in cambio di un gesto del cuore. L’idea di Eugenia Mola di Larissé, un’artista e donna di cavalli che ha portato una nota a segno più perfino sulle mascherine anti-pandemia destinate a diventare testimoni di questo momento

I cavallini di Eugenia Mola di Larissé
I cavallini di Eugenia Mola di Larissé ©Sammito

Bologna, 29 maggio 2020 – Lontano dai cavalli… Non è come dire lontano dagli occhi, lontano dal cuore. Lontano dai cavalli è una sensazione strana, non abituale. Sono mancati gli odori di scuderia, la percezione tattile un po’ appiccicaticcia di quando si ripongono i finimenti dopo il lavoro, i rumori del calpestio nei corridoi o dello zoccolo contro la porta che invita a fare presto con il fieno. Cose di una quotidianeità così ‘normale’… E poi quelle terribili immagini delle bare, dei nostri vecchi in pericolo, l’eco dei numeri brutti come quelli di una guerra. No. In questo periodo c’è stato poca da sorridere. Pochissima voglia di sorridere, che è perfino peggio.

La rete, i balconi, le canzoni ‘alla Morandi’ dedicate sono stati i tentativi per trovare un appiglio emotivo ma di sorrisi spontanei ne sono venuti davvero pochi.
Il mio primo sorriso spontaneo è arrivato con una Raccomandata1. Mittente Eugenia Mola di Larissé. Una signora di cavalli, di cultura e di grande stile. Un’artista che negli anni, tra le tante forme espressive, ha saputo legare il proprio tratto a cavalli vivaci, spiritosi, fuori dal coro. Liberi. Cavalli capaci di strappare un sorriso colorato con le tinte delicate che spesso predilige.

«Sto preparando 20 “mascherine d’autore – serie cavalli” per gli amici che me lo hanno chiesto proponendo uno scambio, “un gesto del cuore” diretto a persone o animali o piante. Nulla di eclatante. Semplicemente un gesto semplice che sappia emozionare, far sorridere chi riceve e far battere il cuore a chi il gesto lo fa».
Ecco come è nato il mio sorriso spontaneo: il giorno che ho aperto la raccomandata e tanto per cambiare non c’era dentro qualcosa da pagare bensì la mascherina con il cavallino dipinto da Eugenia. Ho pensato che nonostante l’isolamento, nonostante la pandemia, nonostante la lontananza dai cavalli, là fuori ci sono persone con cui condividere una gioiosa passione, che hanno vissuto sensazioni simili e, nel sentirmi rassicurata e parte di una grande famiglia, è spontaneamente nato un sorriso. Quello che i cavalli di Eugenia cercavano…

E il gesto del cuore? Per fortuna abbiamo tutto il tempo per ricordarcene – da ora in poi – almeno una volta al giorno.