Sardegna, adottati i primi cavalli dell’Asinara: li ha presi un ex-detenuto

La scarsità del pascolo a disposizione ha fatto decidere l’amministrazione del Parco Nazionale dell’Asinara a sfoltire il numero di cavalli presenti sull’isola, affidandoli con regolare bando: i primi due soggetti sono stati assegnati proprio ad un ex-carcerato che aveva passato qui alcuni anni all’epoca in cui c’era ancora la colonia penale

Porto Torres, 6 agosto 2018 – E’ un ex-carcerato il primo ad aver richiesto e ottenuto in adozione due cavalle dell’Asinara, Alba d’Asinara e Vita d’Asinara, di cui si è decisa le delocalizzazione a causa dell’alto numero di soggetti presenti sull’isola rispetto al pascolo disponibile: il nuovo proprietario di Alba e Vita teneva moltissimo ad aiutare due discendenti dei cavalli che furono l’oggetto delle sue cure quando scontava la sua pena.

Un lieto fine che vale doppio per le finalità sociali e naturalistiche che hanno caratterizzato rispettivamente l’esperienza ormai terminata del Carcere dell’Asinara (chiuso nel 1998) e il Parco Naturale e l’Area Marina Protetta che gestisce adesso l’isola sarda: dal punto di vista umano perché il reinserimento dei detenuti nel tessuto sociale civile era la finalità prioritaria del penitenziario, e proprio grazie all’isolamento territoriale dela località di pena era possibile dare ai detenuti la possibilità di lavorare nelle fattorie sparse sull’isola trasfomando così il periodo di carcere in un vero percorso di riabilitazione personale.

E dal punto di vista naturale perché una gestione oculata del patrimonio ambientale, con l’intervento dell’uomo che controlla e equilibra l’impatto degli animali sul delicato ecosistema dell’Asinara ed è indispensabile per regolare il numero di grandi erbivori, come il cavallo, che se non controllati numericamente potrebbero causare grave depauperamento alla flora locale con conseguenze dirette anche sulle altre specie animali.

Sull’Asinara vivono attualmente 170 cavalli, tutti diretti discendenti dei soggetti di tipo anglo-arabo sardo che venivano utilizzati dal personale del carcere per gli spostamenti locali e ancora prima dagli abitanti civili, fatti emigrare d’ufficio a Stintino e dintorni nel 1885 quando venne istituita la colonia penale; sono stati resi adottabili i soggetti più giovani dagli uno ai tre anni, le richieste arrivate alla direzione del Parco sono finora una trentina e sono già cominciate le procedure per l’inserimento in una nuova famiglia di altri 4 puledri.

I branchi vivono liberi nella zona di Fornelli, nella parte sud dell’Isola: sono regolarmente seguiti e controllati da personale veterinario qualificato e a Campo Perdu c’è una scuderia che ospita i soggetti addestrati a sella e quelli che necessitano di cure particolari. 

In totale per raggiungere il punto di equilibrio ritenuto auspicabile si dovrà trovare casa a 50 cavalli dell’Asinara: per fare domanda, trovate qui tutta la documentazione necessaria: per chi volesse prendere in consegna gratuitamente un cavallo dell’Asinara (citiamo testualmente dal sito ufficiale del parco) non è necessario possedere una azienda agricola, ma basta un terreno sufficientemente ampio da garantire il necessario spazio per la mobilità e il benessere del cavallo. L’altro elemento indispensabile per poter prendere un cavallo è acquisire uno specifico codice Asl rivolgendosi al veterinario della stessa azienda sanitaria per la sua iscrizione nel registro degli equidi.

L’Ente Parco consegnerà animali sotto i tre anni vaccinati, con microchip identificativo, test di Coggins effettuato e primo ammansimento.

Il richiedente dovrà sostenere le sole spese per il trasporto del cavallo o dei cavalli richiesti e il passaggio di proprietà con 16 euro, per informazioni telefonare allo 0795040000.

Cogliamo l’occasione per invitare tutti a visitare questa splendida isola, un vero gioiello del nostro Meditarraneo: le barche sia a vela che a motore possono ormeggiarsi alle boe disponibili e il cui utilizzo è regolato dalla società Asinara Marina, traghetti e charter collegano regolrmente l’Asinara alla terraferma e si può visitare tutta l’isola a piedi e in bicicletta oltre che con le macchine elettriche e le jeep, queste ultime condotte dalle guide ufficiali.

Lo spettacolo dei cavalli che al tramonto scendono verso i laghetti e le zone umide per abbeverarsi, mentre si sentono ragliare gli asini e i profumi della macchia meditarranea si risvegliano grazie alla rugiada della notte è qualcosa che non dimenticherete mai più, una volta che l’avrete visto e vissuto.

Nota speciale per i padroni di casa, gli asini bianchi: sono circa 120 qui sull’isola, che convivono con un buon numero di asini Sardi, capre e mufloni. Timidi, più delicati dei colleghi grigi, sono un po’ la metafora vivente di questa isola: unica, particolare, bellissima e preziosa.

Qui la fonte della notizia, da la Nuova Sardegna e qui un bellissimo articolo con tante fotografie d’epoca dei cavalli utilizzati all’Asinara