A chiusura d’anno si fanno i bilanci: tiri una riga sotto al 31 dicembre 2025, sommi tutto quello che ti è passato davanti agli occhi in quei 365 giorni e il risultato è che qualcosa lì in mezzo è sempre un po’ più grande del resto, un po’ più brillante.
Per chi scrive queste righe la cosa un po’ più grande, quella che brilla un po’ più a lungo è stato lo spettacolo “Trasformare la Realtà”.
Che Enea Stallone Ferroni ha portato al concorso ‘Arte e Spettacolo’ della 127° Fieracavalli Verona.
Con lui in pista il suo amico di sempre, il Quarter Horse Apache e un nuovo amico, il ballerino e performer Paolo Corradini.
A pensare il numero è stato Enea, che tramite drammatizzazione e coreografia ha voluto mettere in scena, farci vedere e capire almeno un po’ della fatica che ogni giorno della sua vita affronta per far emergere, al di là delle pastoie che lo legano da quando è nato, il suo essere uomo, e persona.
Ci è riuscito perfettamente: grazie all’empatia e alla grazia di Paolo, che così bene ha saputo riempire gli spazi lasciati liberi dal calmo passo di Apache sulla sabbia della pista e accordarsi con le amozioni che voleva muovere Enea.
E dare loro forma, renderle visibili: una danza a tre che è riuscita ad intrecciare tempi e andature diverse, ma capaci di unirsi e stare insieme – e sarebbe bello riuscirci anche altrove, non solo nell’Area A di Fieracavalli, con la voce e il cuore di Riccardo Di Giovanni a fare da sfondo.
Ecco, questo è stato lo spettacolo più bello di tutto il nostro 2025: vedere Enea raccontarsi al mondo, con un linguaggio nuovo e lo stesso spirito e sorriso di sempre.
Enea Stallone Ferroni ha scritto sul suo profilo Facebook:
“Cos’è la dignità? Essere rispettato come uomo.
Così mi sono sentito con lo spettacolo “Trasformare la realtà” presentato al concorso Arte e Spettacolo a Fieracavalli Verona.
Ho partecipato come tutti gli altri: non da disabile, ma da artista.
Si parla tanto d’inclusione e questa è stata la reale opportunità, dove ho potuto dimostrare che se si vuole non c’è diversità.
Finalmente mi sono sentito accettato, ho ritrovato il sorriso e la voglia di montare a cavallo, da solo e come so fare io, con questo grande binomio tra me e il mio cavallo Apache, fedele compagno che è il primo ad accorgersi se sto bene o male.
Ha vinto una squadra, ha vinto l’intelligenza, ha vinto il coraggio, e per questo mi sento di ringraziare con il cuore Maria Baleri, Riccardo Di Giovanni, Umberto Scotti, Enrico Scolari, Rudj Bellini, Gabriele Pagani, Franco Capelloni, Paolo Corradini, Mohamed Dabre, e mia madre Monica Rossi. Grazie a tutti”.
Grazie a te Enea, perché ci hai fatto emozionare davvero: qualcosa che solo gli artisti veri sanno fare.
























