Susanna Bordone: Tokyo, l’Olimpiade più consapevole

Due Olimpiadi alle spalle, una lunghissima sequenza di partecipazioni di massimo livello mondiale ed europeo. Susanna Bordone in partenza per Tokyo, pronta a dare il meglio per l’Italia e per il completo

Susanna Bordone ©PBiroldi

Bologna, 2 luglio 2021 – Classe 1981, Susanna Bordone. Milanese di nascita e pavese di adozione. Monta con l’uniforme dei Carabinieri dal 2004. È difficile immaginare una squadra del ‘completo di vertice’ alla quale non abbia dato il suo contributo…

Fin da quei titoli ai Campionati Italiani e due Campionati Europei come Juniores. Per poi passare al Campionato Italiano e uno Europeo come Young Rider.

Da Senior è quattro volte Campionessa Italiana Assoluta di completo. Partecipa ai Giochi Olimpici di Atene 2004 e Pechino 2008. Quest’ultimo concluso con un sesto posto a squadre per l’Italia.

Tre campionati del Mondo, Jerez de la Frontera 2002, Aachen 2006 e Lexington 2010.

Cinque campionati d’Europa, Punchestown 2003, con un 9° posto, Blenheim 2005, Pratoni del Vivaro 2007, concluso con una medaglia di bronzo a squadre, e Fontainebleau 2009, con lo storico argento della squadra italiana.

E poi quattro partecipazioni a Badminton CCI****, tre a Burghley CCI****, quattro a Pau CCI**** e cinque
a Luhmuhlen CCI****.

Spesso Susanna è stata in squadra proprio con gli stessi ‘colleghi’ che comporranno la compagine di Tokyo. Brecciaroli, Panizzon e Schivo. E questo rende ancora più armonica l’immagine di una disciplina dove fare sistema è importantissimo.

L’intervista con Susanna Bordone

All’indomani della ‘dichiarazione’ della squadra e a meno di un mese dalla partenza, abbiamo rivolto qualche domanda a Susanna Bordone per capire il suo stato d’animo rispetto a questo ennesimo ingaggio che arriva per una Olimpiade un po’ sui generis, dopo slittamenti, pandemia e mille incognite

Dopo tanti ingaggi di vertice, come si sente oggi alla vigilia della terza olimpiade?

«Questa Olimpiade è quella più intensamente vissuta, con maggiore consapevolezza. Ritorno a competere a questo livello dopo 8 anni in cui sono nati i miei tre bimbi e mi sono dedicata alla famiglia. Le prime due Olimpiadi – Atene 2004 e Pechino 2008 – sono state vissute con lo slancio della giovinezza. Come se fossero la normalità. Ovviamente un evento di tale portata e prestigio, normale non è. Ora riesco a vivere appieno la straordinarietà della cosa».

Qual è il clima di questa trasferta?

«Gioia. Soddisfazione. Appagamento, per me, la mia famiglia, mio marito, i tecnici che mi seguono, i miei sponsor. Il clima posso dire che è positivo. C’è voglia di fare bene».

Tre donne e linossidabile Breccia per una squadra ben rodata… Come vivete il fatto di essere diventati icone del completo?

«Con onore, prestigio, cercando di essere dediti allo sport. Lo viviamo con la correttezza e integrità intellettuale che lo sport comporta. Consapevoli di essere un esempio per chi pratica il nostro meraviglioso sport e per chi si avvicina alla disciplina del completo, che in Italia non è molto conosciuta. Cerchiamo di dare il buon esempio».

Quali sono state per lei, se ci sono state, le difficoltà della preparazione olimpica?

«Per me, che ho ricominciato due anni fa a fare gare grosse dopo 8 anni a gareggiare solo con cavalli giovani, è stata quella di rimettere in piedi un’organizzazione di lavoro, allenamento e vita che avevo modificato per molto tempo».

Come valuta un ingaggio a cinque cerchi in una stagione che di fatto ha dato poche possibilità di confronto in ambito delle gare?

«Io ho la fortuna di avere un cavallo sicuro e con grande equilibrio, con cui non abbiamo sbagliato un colpo. Le gare per allenarsi a un evento simile sono state poche ma è stato così per tutti nel mondo. Quindi si parte dallo stesso piano».

Cosa si aspetta da Tokyo?

«Cercherò di fare il meglio possibile e di rappresentare dignitosamente l’Italia».

Come valuta lo stato di salutedel completo nel nostro paese?

«Il Concorso Completo, sfortunatamente, non gode di ottima salute al momento in Italia. È stata dura comporre una squadra di quattro atleti. Non essendo una disciplina di moda in questo momento, manca la base, che è la linfa vitale di qualsiasi disciplina sportiva. Da quando io ho iniziato c’è stato un calo numerico dei praticanti, ma non un calo di qualità, per fortuna».

Ci può dire qualcosa del suo cavallo, nome i scuderia “Impy”? Carattere, curiosità, punti forti e punti deboli…

«Imperial Van De Holtakkers ha un carattere buono, molto equilibrato, un po’ ombroso. È affidabile al mille per mille, volenteroso, si impegna, vuole fare bene, fa il suo lavoro con gioia. L’unico punto debole, se così lo vogliamo chiamare, è il suo essere ombroso con chi non conosce».

Una domanda personale: i suoi tre bambini seguiranno le gare a Tokyo o alla Tv?

«Questa Olimpiade sarà a porte chiuse, e loro sono troppo piccoli per un viaggio simile, con la loro mamma occupata a lavorare, con poco tempo per stare insieme a loro… mi seguiranno dalla tv…»-

Chi sono i suoi primi supporter?

«I miei primi supporter sono mia mamma e mio marito».