Groom: ecco perché è difficile trovare quelli bravi

Dall’EquiForum del Belgio, criticità e soluzioni per il lavoro dei groom, professionisti rari e difficili da trovare, tanto necessari al mondo equestre. Uno studio dell’International Grooms Association

Grooms at work ©Rolex

Bologna, 3 marzo 2024 – Recentemente in Belgio si è tenuta un’iniziativa estremamente interessante: Equiforum 2024. La Federazione belga, insieme ai principali stakeholder del mondo equestre, ha seduto intorno allo stesso tavolo i principali esperti del settore per un confronto costruttivo su temi di estrema attualità come i giovani, social licence, benessere dei cavalli e groom. In un paese come il Belgio, dove il comparto equestre è tradizionalmente ben rappresentato nell’economia nazionale, l’adesione è stata alta e di eccellente livello.

Gli interventi su ciascun capitolo (scaricabili QUI) sono stati estremamente interessanti e approfonditi, ma tra tutti, quello che ha colpito è stata la presentazione di Lucy Katan, presidente dell’International Grooms Association.

Riconosciuta dalla Fei sono pochi anni fa, l’Iga fin qui ha portato avanti le istanze dei groom, una categoria spesso poco considerata nel segmento delle competizioni equestri. E ancor meno nelle funzioni lavorative quotidiane delle scuderie non agonistiche o comunque non di vertice.

Ingmar De Vos e Lucy Katan durante l’ufficializzazione del MoU tra Fei e Iga a Losanna ieri (ph. FEI)

 

In poco tempo, i principali concorsi hanno cambiato radicalmente la propria considerazione nei confronti di questa categoria e tuttavia… Moltissime scuderie fanno ancora una gran fatica a reclutare personale specializzato e competente.

Su questo tema – chiunque sia rimasto senza il groom sa quanto sia importante – Lucy Katan ha proposto un’analisi da vera insider.

La lista delle criticità

Secondo Katan, le principali problematiche che riguardano il mondo dei groom sono diverse e toccano tanto i prestatori d’opera quanto i datori di lavoro:

– Cavalieri e amazzoni faticano a reclutare personale
– Cavalieri e amazzoni spesso non riescono a trattenere il personale
– La generazione Z (16-25 anni) non ha la stessa attitudine al lavoro delle generazioni precedenti
– Mancanza di offerte di lavoro flessibili che non si adattano alla vita familiare
– Orari di lavoro molto impegnativi, con la responsabilità di un’unica persona
– Mancanza di conoscenze e competenze nella gestione aziendale
– Le aziende non sono redditizie e non possono permettersi i costi del personale
– Personale sottopagato e non conforme alle leggi sul salario minimo nazionale
– Pratiche occupazionali non conformi alla legge: ad esempio, assenza di contratti, status occupazionale non corretto, orari di lavoro illegali, assenza di standard di salute e sicurezza

Accompagnata da case-history che illustrano le principali falle dell’attuale rapporto groom-lavoro, la presentazione dell’IGA, accanto all’elenco dei problemi ha anche fornito una sorta di ‘contro-elenco’ con le possibili soluzioni

– L’industria equestre e dei nostri sport hanno bisogno di groom
– È necessario attirare i giovani verso il lavoro con i cavalli. La carriera di groom deve essere vista come un’opzione di carriera praticabile e di grande valore
– La generazione Z non può essere cambiata. Il posto di lavoro deve essere adattato per attrarre e successivamente trattenere i giovani. Il lavoro flessibile deve diventare più comune
– Il riconoscimento pubblico del ruolo del groom è notevolmente migliorato. La FEI sta facendo buoni passi avanti
– Serve promozione e riconoscimento. Per esempio, la Federazione belga può condividere la lista dei groom che accompagneranno i propri atleti per Parigi 2024? Esiste per loro un piano mediatico?
– I cavalieri devono fare la loro parte per ottenere un riconoscimento pubblico ancora maggiore del loro personale
– Anche i groom devono riconoscere il loro importante ruolo di modello

 

Il ‘buon’ lavoro

Un’occupazione di qualità è, secondo Lucy Katan, la priva e più potente risposta alle criticità di questo segmento lavorativo. Adatta non solo a rendere attrattivo il comparto per i prestatori d’opera, ma anche per garantire gli stessi datori di lavoro. Produrre questa condizione di ‘buon’ lavoro è, secondo lo studio IGA, qualcosa a portata del sistema equestre. Troppi abbandonano il settore a causa delle condizioni di lavoro, preferendo occupazioni meno qualitative e probabilmente sostenute da passioni decisamente meno intense di quelle che sa suscitare la vicinanza dei cavalli, ma più ‘garantite’.
Il reclutamento di nuovi groom secondo Katan dipenderà dal cambiamento della percezione diffusa del ruolo e delle condizioni di lavoro del groom, a tutti gli effetti un professionista.
Una buona occupazione è l’aspettativa minima anche per trattenere il proprio personale e il settore equestre non fa eccezione.

©Fise/Argenziano
Una figura professionale moderna

Per un nuovo corso della professione del groom, in linea con i tempi, sono chiamati a lavorare sinergicamente tanto la Fei quando le Federazioni nazionali, i cavalieri e i groom stessi.

Laddove i groom dovrebbero operare ed essere considerati al pari dei meccanici della Formula 1, le Federazioni dovrebbero coinvolgerli in ogni aspetto del settore: dalla formazione alla comunicazione.

I groom devono essere pagati correttamente in linea con la legislazione del Paese in cui lavorano e devono essere ricompensati finanziariamente per la loro esperienza e le loro conoscenze. È chiaro a tutti che i costi degli stipendi dei groom sono una voce ingente nel bilancio di una scuderia… Ma non è più possibile risparmiare sulla forza lavoro. Soprattutto se si cerca la qualità che serve per garantire il benessere dei nostri cavalli da sport.