Cavalli dell’Aveto: nessuna azione lesiva del benessere

La replica della Regione Liguria al caso dei cavalli dell’Aveto trattenuti in un recinto nel comune di Borzonasca. La preoccupazione delle associazioni che lanciano una petizione online

Bologna, 22 ottobre 2022 – È di ieri l’allarme lanciato dalle associazioni che si occupano da oltre 15 anni dei re-wild dell’Aveto in merito a sette soggetti contenuti in un recinto in attesa di trasferimento. E oggi arriva tempestivamente il comunicato dalla Regione Liguriala, quale replica delle istituzioni che hanno predisposto questa misura. In cui si spiega che i cavalli non sono al momento maltrattati e il futuro che li attende sarà assolutamente consono. Riportiamo per correttezza di informazione il comunicato che, nel contenuto e sulla carta risulterebbe fortemente condivisibile e dal quale si evince che i cavalli starebbero bene.

«È quanto mai stonato l’allarme di una parte della popolazione sul gruppo di sette cavalli dell’Aveto portati in sicurezza in un’area recintata di proprietà del Comune di Borzonasca, con adeguato quantitativo di acqua, fieno e congrua per dimensione, ritenuta idonea tramite sopralluogo delle autorità sanitarie». Così dichiarano congiuntamente, in risposta alle comunicazioni di associazioni ambientaliste, l’assessore regionale all’Agricoltura Alessandro Piana, il sindaco di Borzonasca Giuseppino Maschio e il direttore generale dell’ASL 4 Paolo Petralia.
«Poco hanno questi cavalli di selvaggio: si tratta di esemplari vaganti tra le case, confidenti con l’uomo – proseguono l’assessore Piana, il sindaco Maschio e il direttore generale della Asl Petralia – che hanno creato parecchio disagio agli abitanti, alcuni incidenti e che rappresentano un costante pericolo per l’incolumità pubblica, tanto da suscitare reiterate segnalazioni di protesta alle amministrazioni pubbliche. Per questo – proseguono – abbiamo operato tante interlocuzioni tra i diversi soggetti giuridici competenti per riuscire ad alleviare la situazione. La procedura attivata ci è servita per microcippare i cavalli e analizzarli: siamo in attesa del responso delle analisi. Se verrà autorizzato lo spostamento questi cavalli non saranno né sfruttati né portati al macello: gli allevatori che li prenderanno in carico si impegnano formalmente con la sottoscrizione di un protocollo che ne tutela il pascolo, questa volta davvero selvaggio, libero, in montagna, in un areale del Ponente distante dai centri abitati. Una soluzione del tutto incruenta e rispettosa della vita di questi esemplari, da sempre sinonimo di libertà, ma da 30 anni fuori controllo per numero e per dislocazione, soprattutto nella stagione fredda in cui scendono nelle zone abitate alla ricerca di un habitat più gratificante. Proporre una soluzione rispettosa dell’ambiente e migliorativa, tra l’altro nella stessa regione con uno spostamento limitato, non è criticabile, ma un passo avanti per il benessere animale».
Asl4 precisa inoltre, nella relazione del veterinario Alessandra Raffo, che ‘su richiesta del Sindaco del Comune di Borzonasca, in data 19 ottobre i Veterinari della SC Sanità Animale si sono recati presso il recinto situato in località Bocca de Moa’, codificato in BDN ed idoneo dal punto di vista strutturale ed igienico alla detenzione temporanea di animali a fini di monitoraggio sanitario, ed hanno proceduto all’identificazione e all’esame ematico per il test dell’anemia infettiva equina ai sette cavalli presenti, due dei quali puledri. Ci si è avvalsi a tal fine di una struttura ad imbuto nella quale gli animali sono stati convogliati da personale di un’azienda zootecnica insistente in altra Asl. All’esame obiettivo generale tutti i cavalli si presentavano in buone condizioni di salute e in ottimo stato di nutrizione. Per assicurare il mantenimento delle condizioni di benessere degli animali, si è raccomandata la somministrazione quotidiana di fieno in quantità adeguata e la disponibilità costante di acqua da abbeverata’.

Nel frattempo però le associazioni che, leggendo tra le righe del comunicato istituzionale non si fidano, hanno lanciato una petizione via change.org e si preparano a una serrata vigilanza sul futuro di questi cavalli e dei loro eventuali ‘prodotti allevatoriali’. Compreso l’eventuale rilascio in zone del Ponente conclamatamente non sicure per i cavalli.

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