Pentro: i mesi passano nel pantano dei risarcimenti

Dopo le tante denunce e mesi di attesa, la triste vicenda di illecito sfruttamento dei fondi destinati ai cavalli del Pantano finisce sotto i riflettori della politica, sul tavolo del Ministro Cingolani

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Ora la stagione è clemente, ma nei mesi invernali il Pentro ha bisogno di aiuto

Bologna, 21 maggio 2021 – Avevamo già toccato l’argomento più volte negli scorsi mesi. Stiamo parlando della triste vicenda dei ‘cavalli del pantano’, i Pentri. Tenaci rappresentanti di una delle 5 razze tutelate italiane.

Questi cavalli abitano ‘in autonomia’ nella zona del Pantano della Zittola dove si sono organizzati per lo più senza l’aiuto dell’uomo. Tranne che per mesi invernali in cui neve e freddo rendono la zona di Montenero Valcocchiara (in provincia di Isernia) trotto inospitale.

Per questi pochi mesi in cui questi cavalli avrebbero bisogno di un ricovero e di fieno, nonché di protezione dai lupi, già da tempo è in moto la macchina dell’assistenza. Ovvero denaro elargito ad allevatori locali in cambio di ospitalità per i cavalli.

Peccato che il motore di questa macchina giri a vuoto per quanto riguarderebbe i cavalli. E peccato anche che i fondi, in parte europei, vengano erogati ad allevatori che lucrano su questo sistema, ignorando poi il loro esiguo impegno verso i cavalli.

La querelle va avanti da molto tempo. A suon di ‘carta bollata’ tra comune, allevatori e associazioni animaliste che continuano a tenere i riflettori accesi su questi animali.

E il tema non è neppure di quelli facili da districare dato che tocca animali e un ecosistema protetto. Il Pentro è tutelato e l’area del Pantano è Area Sic.

Di fatto, la pratica in uso sarebbe perfettamente conosciuta. Gli allevatori incasserebbero i contributi e lascerebbero i cavalli al loro destino. Addirittura, incasserebbero anche i sostanziosi risarcimenti posti in essere per ogni capo attaccato da animali predatori.

Denunce da più parti

Sulla questione, sono intervenuti gli attivisti di Stop Animal Crime, il Wwf, Le Iene… E adesso, grazie all’intervento del pentastellato Angelo Primiani, la questione è finita direttamente nelle mani del Ministro Roberto Cingolani.

«Il Parco nazionale eroga 500 euro per ogni cavallo predato» ha spiegato Primiani. «Ma questo indennizzo viene utilizzato in maniera distorta da alcuni allevatori che preferiscono lasciare il puledro allo stato brado e nel mirino dei predatori proprio per ottenere i fondi piuttosto che curare gli animali sostenendo costi maggiori».

Se da un lato è vero che i Carabinieri hanno sanzionato più volte gli allevatori che non rispettavano la legge, secondo le associazioni animaliste tali sanzioni sarebbero da considersi irrisorie. Tanto da spingere gli attivisti a rivolgersi alla Procura di Isernia con due esposti e si paventa un ricorso alla Commissione europea per l’avvio di una procedura di infrazione.

Malumore anche tra gli allevatori che invece stanno lavorando bene… Tramite il loro legale rappresentante, rendono noto che continuano a vedere molti ‘colleghi’ che non sono affatto in regola. «Il Comune (di Montenero Valcocchiara, ndr) non si sta adeguando alle prescrizioni e alle nuove direttive sull’assegnazione dei pascoli. Nei confronti degli allevatori inadempienti, che danneggiano i più piccoli, abbiamo chiesto il blocco dei finanziamenti».