Spesso si dice che curare il sintomo non significa sconfiggere la malattia che l’ha generato. Eppure, almeno studiandolo ci si può fare un quadro complessivo… Il sintomo nel nostro caso si chiama Spider. O meglio, si chiamava dato che il povero ponetto alla fine non ce l’ha fatta e per evitargli inutili sofferenze è stato addormentato.
L’eutanasia di questo animale, valutata necessaria da più veterinari e dopo averle tentate davvero tutte però non è il tema. Come ci si è dovuti arrivare invece sì.
L’intera vicenda si svolge in Gran Bretagna dove la charity Happa – Horses and Ponies Protection Association – è stata chiamata per soccorrere un pony abbandonato in campagna e in pessime condizioni.
Seguendo la disposizione di legge per la quale i proprietari di un terreno su cui si trovasse a pascolare in stato di abbandono un cavallo devono avvisare le autorità o le charity accreditate e farlo ‘recuperare’ (la Control of Horses Act 2015), Happa ha provveduto a ricoverare presso il proprio centro di recupero Shores Hey Farm l’anziano Spider.
I veterinari si sono immediatamente resi conto che il vecchietto era la sintesi di un catalogo di malattie e problemi irrisolvibili: Cushing avanzato, laminite, zoppia severa, bolsaggine grave e asma, ispessimento delle strutture dell’occhio destro con previsione di perdita della vista…
Tutte condizioni che sono – come facilmente intuibile – state le ragioni per il suo abbandono.
I volontari e specialisti di Happa hanno testardamente cercato di fare del proprio meglio ma la sofferenza che Spider stava provando era spropositata rispetto alle sue aspettative di vita e alla fine si è provveduto a dargli, almeno, una fine dignitosa.
Vecchio, malato e abbandonato. Una cosa di una tristezza senza pari.
Ma lungi dall’erigersi a giudice, Happa ha voluto dare una lettura ben più articolata di questa vicenda, sollevando un tema che va ben oltre l’emozione del momento.
Secondo l’associazione, c’è stato un aumento del 33% di equini che hanno dovuto essere presi in carico da proprietari che non erano più in grado di provvedere loro. Tra questo 33%, almeno il 40% ha riguardato casi di abbandono.
La World Horse Welfare ha rilevato che oltre 6mila cavalli nella sola Inghilterra e Galles sono a rischio di sofferenza e cattiva gestione.
La Redwing ha documentato che dai 160 abbandoni registrati nel 2009, si è passati ai 768 del 2012, con un trend che ha proseguito una curva crescente.
Un rapporto congiunto di diverse associazioni, il Britain’s Horse Problem, accende una spia sul fatto che al di là delle leggi, il sistema di tutela dei cavalli presenta una falla e le charity che si occupano di recupero dei cavalli continuano a operare in stato emergenziale.
Le organizzazioni britanniche lamentano temi comuni di grande interesse: l’eccesso di soggetti allevati, carenza normativa, scarsi aiuti e costi sempre meno affrontabili per i proprietari. Senza un intervento strutturale, il problema diventerà sempre più radicato e la capacità di aiuto offerto dalle charity diminuirà ancora.
Come dicevamo, Spider è solo il sintomo di un sistema in cui non c’è più spazio. Per gli animali in difficoltà. Per gli animali vecchi. Per gli animali malati.
Dobbiamo trovarlo.






















