Negli ultimi anni, gli scavi archeologici in diverse regioni della Cina hanno portato alla luce una serie di reperti eccezionali risalenti all’epoca della dinastia Han (206 a.C. – 220 d.C.), che gettano nuova luce sul ruolo centrale del cavallo in questa cultura millenaria. Questi ritrovamenti, che includono raffigurazioni in ceramica e bronzo di cavalli finemente dettagliati, non sono solo testimonianze artistiche ma veri e propri documenti storici che raccontano l’importanza strategica, sociale e simbolica dell’equino nell’antichità.
La dinastia Han, spesso considerata una delle età d’oro della storia cinese, vide il cavallo come un elemento imprescindibile per la sua espansione militare e per il consolidamento del potere imperiale. Le rotte della Via della Seta, che si svilupparono proprio in questo periodo, erano cruciali per il commercio e gli scambi culturali tra Oriente e Occidente, e i cavalli di razza, in particolare i cosiddetti “cavalli celesti” provenienti dalla regione di Ferghana (nell’attuale Asia centrale), divennero preziosi e simbolici oggetti di prestigio. I reperti trovati riflettono questa centralità: molti sono stati recuperati da tombe di nobili e comandanti militari, dimostrando come il cavallo fosse percepito come un compagno di viaggio nell’aldilà, oltre che un pilastro della vita terrena.
Tra i ritrovamenti più significativi figura un ornamento per cavalli in piombo, noto come “danglu”, scoperto in una tomba della provincia di Shanxi. Questo manufatto è decorato con incisioni raffiguranti tre delle quattro creature mitologiche cinesi – Xuanwu (il Guerriero Nero), Baihu (la Tigre Bianca) e Zhuque (l’Uccello Vermiglio) – segno evidente del legame tra il mondo terreno e quello spirituale, e dell’attribuzione al cavallo di un ruolo protettivo e sacro. L’accuratezza delle decorazioni e la scelta dei simboli sottolineano come il cavallo fosse caricato di significati che trascendevano la semplice funzione pratica.
Non meno importante è la statua di un cavallo in bronzo, risalente alla fine del II secolo d.C., ritrovata nella tomba Leitai a Wuwei, nella provincia di Gansu. Questo pezzo cattura il dinamismo e la forza dell’animale, rappresentato in una posa di galoppo vigoroso, e richiama il mito dei “cavalli celesti” che, secondo le fonti storiche, erano estremamente apprezzati per la loro resistenza e velocità. Tali raffigurazioni sono emblematiche della grande considerazione attribuita al cavallo non solo come strumento militare, ma anche come simbolo di nobiltà e successo.
Queste scoperte, effettuate in un arco temporale che va dagli anni ’70 fino a studi più recenti tra il 2022 e il 2025, stanno arricchendo il panorama della conoscenza storica sull’interazione tra uomo e cavallo nella Cina antica. I dettagli anatomici e stilistici delle opere mostrano un livello di maestria artistica e una profonda conoscenza della zoologia equina, che riflettono la rilevanza culturale e pratica del cavallo nella società Han.