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Home | Cultura equestre | Dalla nascita al passaporto, ecco l’iter da fare per il puledro

Dalla nascita al passaporto, ecco l’iter da fare per il puledro

Con l'aiuto del medico veterinario Radiosa Rinaldi scopriremo tutti gli aspetti legati al documento identificativo del cavallo.

29 Agosto 2024
di Serena Scatolini Modigliani
Dalla nascita al passaporto, ecco l’iter da fare per il puledro

Roma, 29 Agosto 2024 – L’evento travolgente della nascita di un puledro porta con sé, oltre alla meraviglia e l’entusiasmo, anche una serie di necessarie documentazioni burocratiche: prima fra tutte la creazione del passaporto. Con l’aiuto della Dott.ssa Radiosa Rinaldi, medico veterinario libero professionista ippiatra, nonché collaboratrice della Federazione Italiana Sport Equestri per ciò che riguarda l’anagrafe equina, ripercorreremo a più riprese l’iter che inizia con l’emissione del passaporto, passando all’analisi dello stesso (le varie sezioni, le pagine che le compongono e le informazioni che forniscono) fino ad arrivare all’iscrizione in FISE (ed eventualmente in FEI) necessarie per la partecipazione ad eventi sportivi.

Quando nasce un puledro a casa, o in allevamento, o in scuderia, è importante sapere, ai fini dell’emissione del passaporto (che richiede una serie di passaggi), se la madre del neonato è iscritta ad un libro genealogico (Sella Italiano, Quarter Horse, ecc..), specifica che dipende spesso dall’attività a cui il soggetto verrà dedicato, e che implica eventualmente anche il coinvolgimento di un determinato stallone; o se invece si tratta di un cavallo o un pony con madre non iscritta e padre sconosciuto.

Se la madre è iscritta ad un libro genealogico con sede in Italia, che può essere il Sella Italiano, il Purosangue Inglese (con albo in Italia), trottatore, Angloarabo, ecc.. ci si dovrà rivolgere all’ente di competenza che è il MASAF (Ministero dell’Agricoltura, della Sovranità Alimentare e delle Foreste), se fosse arabo in tal caso ci si rivolge all’ANICA, il maremmano, ha come ente l’ANAM; oppure può essere un cavallo che appartiene a una delle razze autoctone con sede in Italia che sia il tolfetano, il murgese, il lipizzano, il bardigiano, che fanno capo tutte dell’ANAREAI (Associazione Nazionale Allevatori Razze Equine ed Asinine Italiane) ente gestito dall’AIA (Associazione Italiana Allevatori), come anche se si è in presenza di un Haflinger ci si rivolgerà all’ente preposto del cavallo avellinese (ANACRHAI).

Tutti i proprietari di un codice aziendale ad oggi, sono registrati come operatori, in quanto possono operare sul loro libro stalla informatizzato tramite la piattaforma VetInfo (Sistema Informativo Veterinario) ovvero la Banca Dati Nazionale, che è gestita dall’Istituto Zooprofilattico di Teramo sotto le direttive del Ministero della Salute che detta le leggi e poi istruisce gli informatici della BDN su come applicarle in via informatizzata (come inserire i cavalli, come registrali, ecc..).

Nel libro stalla sono riportati tutti i cavalli, la data di ingresso, di uscita e la destinazione: DPA, Destinato alla Produzione di Alimenti, o non DPA (la destinazione dell’equide a NON DPA è irreversibile). 

L’aggiornamento informatico del libro stalla è fondamentale dal punto di vista sanitario, per avere un conteggio dei soggetti e tracciarne la movimentazione (che potrebbe essere utile per arginare sul nascere eventuali epidemie, o emergenze sanitarie).

Nato il cavallo l’operatore dovrà compilare, dal sito dell’ente a cui vuole iscrivere il puledro, un modulo di denuncia di nascita, nei casi di fecondazione artificiale, sarà richiesto il Certificato di Intervento Fecondativo (CIF) o anche un Certificato di Impianto Embrionale (CIE), redatto dal veterinario. 

In detta denuncia andranno inseriti tutti i dati inerenti la madre, il padre, lo stabilimento dove è nato il puledro che deve coincidere con quello della fattrice presente in BDN al momento della nascita (si sottolinea che detta coincidenza è necessaria poiché consente sia l’allineamento e il trasferimento dei dati alla BDN, che la corretta individuazione della posizione del puledro per permettere il successivo inserimento del microchip e la compilazione dei dati segnaletici, fondamentali per l’emissione del passaporto), la dichiarazione di destinazione finale dell’equide e l’indicazione del nome che si vorrebbe dare al nuovo nato (l’allevatore deve indicare 6 nomi, al fine di poter consentire all’ufficio la scelta in presenza di nomi simili o uguali già registrati; nel caso in cui nessuno dei nomi indicati sia idoneo, si provvederà d’ufficio all’attribuzione del nome al cavallo). 

Oltre a questi dati andrà inserita anche la ricevuta di pagamento della dovuta tassa.

Per i puledri nati entro il 30 settembre la denuncia di nascita andrà fatta entro 30 giorni e l’importo da pagare sarà nel caso del MASAF di € 96,00, oltre questo termine l’importo aumenta a € 191,00.

Per i puledri che nascono dopo il 30 settembre la denuncia deve essere inserita online entro 7 giorni dall’evento e non oltre le ore 24 del 31 dicembre dell’anno di nascita anche se la data dell’evento corrisponde al 31 dicembre. Superato il termine di 7 giorni dovrà essere versato l’importo onnicomprensivo di € 191,00 e il puledro, anche se dichiarato come destinato alla produzione di alimenti per il consumo umano (DPA), sarà d’ufficio registrato come NON DPA.

Per il MASAF la procedura di denuncia di nascita è tutta digitalizza, nel caso dunque di inserimento ai libri genealogici di razze Orientale, Anglo-Arabo e Sella Italiano si dovrà utilizzare esclusivamente la procedura on-line disponibile sul Portale SIAN “Operatori ippici”. 

Al Portale si accede con lo SPID o con la Carta d’Identità Elettronica (CIE) oppure con la Carta Nazionale dei Servizi (CNS). Il versamento dell’importo dovuto avviene on-line mediante PAGOPA.

Per altri libri genealogici la procedura potrebbe non essere digitalizzata quindi la documentazione andrà scaricata, compilata e allegata poi via mail. 

Nel caso di un ente che non ha una sede operativa in Italia, il libro genealogico estero si dovrà appoggiare ad un organismo riconosciuto in Italia, come può essere l’AIA (ed a breve anche la FISE), per applicare il microchip. 

L’AIA al suo interno ha dei veterinari convenzionati che possono espletare la prima identificazione per poi inviarla all’ente estero che provvederà all’elaborazione del passaporto con il certificato genealogico allegato.

Il puledro che nasce in Italia non è detto debba essere per forza un Sella Italiano, se la fattrice è riconosciuta presso il MASAF sarà sì un Sella Italiano, ma se la fattrice è iscritta ad altro ente estero, è possibile fare richiesta di inserimento a detto libro genealogico che subordinerà all’organismo di rilascio in Italia i dovuti riconoscimenti.

Dopo aver inviato questi moduli, l’ente di competenza prenderà in carico la pratica del puledro e invierà all’indicato codice stalla un veterinario per l’identificazione (il puledro non potrà essere identificato in assenza del passaporto della fattrice), il riconoscimento del puledro, tramite la compilazione di una tabella con tutti i dati segnaletici, e l’inserimento del microchip (transponder).

Nel caso malaugurato di puledri orfani, non ci sarà problema per l’identificazione se la fattrice è iscritta ad un albo genealogico, in quanto il suo DNA sarà stato a suo tempo depositato e sarà dunque possibile procedere al match con il sangue o con il crine.

Tale documentazione verrà inviata all’ente di competenza che poi redigerà il documento di identità.

Le tempistiche sono regolamentate anche dalla necessità di inserire i dati dei puledri nel sistema informatizzato della BDN. Pensiamo che, per la più ordinaria delle necessità, come per esempio la movimentazione di un puledro dopo lo svezzamento (orientativamente a 6 mesi), è necessario il Modello 4 e dunque imprescindibile l’iscrizione in Banca Dati Nazionale.

Se non interessa registrare il puledro ad un libro genealogico, l’inserimento del microchip può essere operato anche da un veterinario libero professionista. L’operatore può accedere tramite il sito VetInfo all’elenco dei veterinari liberi professionisti abilitati e sceglierne uno a suo piacimento. 

Il sistema invierà un avviso al libero professionista che è stato scelto da detto codice aziendale; una volta inserito il transponder, lo stesso veterinario dovrà provvedere ad informare il sistema (VetInfo) specificando quale microchip ha inserito nel puledro e ad inoltrare la rispettiva identificazione. 

Il microchip è composto di 15 caratteri alfanumerici di cui i primi tre individuano la nazione e i restanti vengono elaborati dal sistema elettronico.

Inoltre, l’ente che emetterà il passaporto dovrà associare al puledro anche un codice UELN (Universal Equine Life Number), elaborato da un sistema digitalizzato, che permette l’identificazione a livello mondiale del soggetto. Il codice UELN non solo veniva utilizzato ancor prima che si istituisse il microchip, ma a differenza di quest’ultimo, che potrebbe avere problemi di lettura o deterioramento (per i quali può essere sostituito con un altro), il UELN rimarrà lo stesso per l’intera vita del soggetto.

Per i cavalli iscritti ai libri genealogici l’ente ha tempo un anno per rilasciare il passaporto, mentre, per i cavalli che non hanno un libro genealogico il tempo è ristretto a sei mesi dal momento della richiesta.

Dal 2022 il documento unico di identificazione a vita degli equidi, è stato denominato SLID ovvero Single Lifetime Identification Document e si prefigge di racchiudere tutte le informazioni relative al soggetto e di essere univoco per tutti gli enti.

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