Posto che… il cavallo bianco di Napoleone, Marengo, era, quasi sicuramente, un grigio… esiste una ragione scientifica per la quale ci sono grigi che con l’età ‘sbiadiscono’ fino a essere conosciuti (erroneamente) come bianchi. E altri che invece conservano una bella pomellatura grigia-grigia fino in tarda età.
Questa ragione è stata scoperta da un gruppo di scienziati del Texas A&M College of Veterinary Medicine and Biomedical Sciences (VMBS) in un lavoro congiunto con i colleghi dell’Uppsala University in Svezia sull’incidenza dei melanomi nei grigi. Riguarderebbe i geni.
In una pubblicazione su Nature Communications, gli studiosi hanno spiegato che il fattore determinante sulla persistenza del colore nel mantello dei grigi riguarda una piccola sequenza di DNA.
I cavalli che hanno un mantello che da grigio schiarisce più lentamente hanno una variante di un gene con due copie di duplicazione. Quelli che diventano chiari più rapidamente hanno una variante di un gene con tre copie di duplicazione.
«I veri cavalli bianchi sono davvero pochi. Nascono con una variante genetica che determina il colore del loro mantello in maniera stabile per tutta la loro vita» ha spiegato il professor Leif Andersson dell’Università di Upsala. «Di contro, i grigi – così come i cavalli bai o sauri – nascono con normali pigmenti del mantello, che si schiariscono con l’età».
Il fatto che un cavallo abbia due o tre copie della sequenza duplicata nel gene grigio determina la velocità con cui il cavallo diventa grigio e/o se con l’età rimarrà a pieno titolo un grigio o diventerà un bianco.