La ricerca scientifica mette a disposizione ausili sempre più sofisticati e raffinati per capire cosa e come alcuni eventi si sviluppano all’interno del corpo del cavallo. E anche la temibile e diffusa ulcera gastrica potrebbe a questo punto diventare ‘più leggibile’. Che in termini pratici significa più facilmente curabile quando non addirittura prevenibile.
L’ulcera non è una patologia di esclusiva diffusione tra gruppi particolari…
Secondo gli esperti, ne soffrirebbero un cavallo su tre. Numerosi studi hanno prodotto evidenza del fatto che ne sarebbero vittima il 37% dei cavalli da diporto, il 63% di quelli da competizione, il 93% dei cavalli da corsa. Non sono indenni neppure le fattrici e i puledri: il 67% tra le mamme e il 50% tra i foal.
Così in Australia, un pool di ricercatori si è messo al lavoro e ha realizzato un sistema di monitoraggio continuativo del ph gastrico, sulla spinta del fatto che proprio l’ulcera è una delle cause più ricorrenti nelle richieste di indennizzo assicurativo da parte dei proprietari.
Ma come si sviluppa l’ulcera nel cavallo? Sintetizzando al massimo, i cavalli producono continuamente acido gastrico, indipendentemente dal fatto che stiano o meno mangiando. Le ulcere gastriche si producono quando il succo gastrico prodotto supera i fattori protettivi del rivestimento dello stomaco, causando lesioni nelle regioni squamose (superiori) o ghiandolari (inferiori) dello stomaco del cavallo.
Diagnostica vecchia e nuova
Per verificare se il cavallo fosse o meno vittima di ulcera gastrica, il veterinario procedeva per via endoscopica. Il cavallo veniva sedato e si eseguiva una gastroscopia con una sonda e una piccolissima telecamera.
Una volta individuata l’ulcera, si procedeva a una diagnosi con relativo trattamento farmacologico e alimentare.
Con lo studio attuale, che ha come obiettivo quello di capire e magari prevenire le condizioni di ph che portano all’insorgenza dell’ulcera, esattamente come già accade in medicina umana, i ricercatori hanno elaborato una sorta di capsula che consente una trasmissione h24 dei dati del ph che si sviluppa all’interno dello stomaco.
Nel test ristretto condotto sugli 11 cavalli australiani, gli specialisti hanno sottoposto gli animali a una sedazione per impiantare nel loro stomaco una capsula che si attacca ai tessuti della mucosa gastrica con nelle clip emostatiche e comunica wireless con un programma ‘ricevente’. Si raccolgono così dei dati continuativi delle variazioni del ph all’interno dello stomaco, offrendo un prezioso modello alternativo per gli studi farmacodinamici (test sui farmaci) e un potenziale utilizzo clinico.
Per leggere l’intero e dettagliato studio e i primi risultati dei dati raccolti attraverso la capsula wireless apparso sul Journal of Veterinary Internal Medicine CLICCA QUI (pdf in inglese)