Premilcuore: se ne è andato Luigi Fabbri, quello della Ridolla

La storia del maneggio Ridolla incomincia 45 anni fa nel 1979, quando Pier Luigi e la moglie Anna, innamorati dei cavalli, decidono di avviare l’attività

Pier Luigi Fabbri, dell'agriturismo Ridolla - Foto archivio La Nazione
Cesena, 6 febbraio 2024 – Una notizie triste da Cesena.
Nella notte fra sabato e domenica è morto all’ospedale di Forlì, dov’era ricoverato da un paio di settimane per un’influenza degenerata in polmonite, Pier Luigi Fabbri, 73 anni, imprenditore turistico di Premilcuore e titolare dell’agriturismo Ridolla, insieme alla moglie Anna e al figlio Gioele, attuale vicesindaco.
Negli ultimi giorni di degenza, Fabbri si era ripreso, tanto che stava per essere dimesso, quando è stato colto da un arresto cardiaco.
La storia del maneggio Ridolla incomincia 45 anni fa nel 1979, quando Pier Luigi e la moglie Anna, innamorati dei cavalli, decidono di avviare l’attività del maneggio con un paio di cavalli presi in prestito dal podere Villa di Sotto.
Ma il successo dell’iniziativa rende necessaria la ricerca di un luogo più idoneo per l’attività.
Così nel 1981 iniziano i lavori di recinzione per il nuovo maneggio e di ristrutturazione della casa di Ridolla, fino ad arrivare ad una struttura con una trentina di cavalli.
Il maneggio s’ingrandisce come pure l’attività turistica, fino a diventare agriturismo, con ristorante e camere, e poi Società Cooperativa Agricola, allargatasi anche all’azienda agricola Pian dei Preti, a due km dal paese, lungo la strada della Valbura.
Pier Luigi Fabbri, personaggio eclettico che ‘parlava ai cavalli’, era molto conosciuto come amante della natura, dell’ambiente e delle escursioni a cavallo nel Parco nazionale e nel territorio dell’Appennino romagnolo.
Era anche apprezzato imprenditore turistico sia della sua struttura privata sia di strutture pubbliche, fra cui il camping e il parco di Fontanalda.
Molti turisti romagnoli e toscani ricordano le sue escursioni a cavallo sia di un giorno, come ai ruderi del castello di Montalto, alla cascata dell’Acquacheta o sul monte Falterona e alle sorgenti dell’Arno, ma anche più lunghe, far cui al monastero di Camaldoli o al convento della Verna.
“Pier Luigi – commentano alcuni amici – non parlava molto, ma quando guidava le escursioni non finiva mai di raccontare le bellezze, i segreti e perfino gli incantevoli silenzi della natura e dell’Appennino che segretamente amava”.
Agenzia di Quinto Cappelli