Santi Quadalti, il buttero che morì per salvare i ‘suoi’ vitelli

Una storia di 55 anni fa che parla di un uomo che fa bene ricordare: Santi Quadalti, un buttero

Santi Quadalti al galoppo dietro la sua mandria: in assetto leggero, tra l'altro
Grosseto, 2 agosto 2021 – E’ successo 55 anni fa, ma lo ricordano ancora bene quelli della sua terra e della sua gente.

Si chiamava Santi Quadalti, aveva 54 anni ed era un buttero.

Lavorava alla Fattoria degli Acquisti della famiglia Guicciardini a Braccagni, un paese agricolo della Maremma grossetana.

Nel 1966 la campagna l’abbandonavano tutti, anche dove era più facile lavorarla.

Erano gli anni in cui le grandi città e le fabbriche attiravano la manodopera come il miele le mosche, sembrava così dolce la vita nuova rispetto a quella faticosa e dura che si strappava alle zanzare in Maremma.

Ma qualcuno che ancora per lavoro montava a cavallo seguendo vacche e vitelli  c’era: come Santi, per l’appunto.

Che nella notte del 4 novembre del 1966, quando fu evidente che l’Ombrone esondava e si stava portando via tutto, uscì di casa per continuare quello che faceva da tutta la vita – proteggere e aiutare le vacche e i vitelli.

Che non erano suoi, lui era solamente un dipendente: ma quando cresci in un mondo dove il pane della tua famiglia dipende da quanto sei capace di far stare bene le bestie che ti hanno affidato, le senti tue come fossero parenti.

Quindi Santi non poteva stare fermo mentre le sapeva in pericolo: si è vestito, ha sellato il suo cavallo Maremmano ed è uscito, voleva aprire il cancello che chiudeva la mandria e permettere alle vaccine  di provare   a salvarsi.

Nel buio della notte, nella paura dell’acqua che bastarda e silenziosa copriva tutto, inesorabile come la morte e come la morte non la fermi, l’acqua.

Santi Quadalti e il suo cavallo in un giorno di festa

Avevano cercato di fermarlo Santi, gli avevano detto di lasciar perdere, che era pericoloso: ma lui niente, doveva cercare di fare qualcosa per i suoi vitelli, per le sue vacche.

Lui era spaventato, sicuramente, quindi sapeva bene la paura che sentivano anche gli animali e non poteva sopportarlo, non senza provare ad aiutarli.

Chissà se l’idea di montare in sella al suo cavallo non gli desse sicurezza: uno in sella a un Maremmano che sa fare il suo lavoro si sente capace di affrontare qualsiasi cosa, fame fatica paura…tutto.

Santi non tornò quella notte, e nemmeno il mattino dopo: il suo corpo venne ritrovato dopo alcuni giorni, in mezzo al fango.

L’unico morto di quell’alluvione a Grosseto, l’unico.

Era un buttero, si chiamava Santi Quadalti: voleva salvare le sue bestie e per questo gli hanno dato una Medaglia d’oro al valor civile.

Per questo la gente del suo paese si ricorda di lui, e vorrebbe riuscire a dedicargli un monumento che rappresenti lui e il lavoro del buttero: per continuare a ricordare Santi, la sua vita e la sua morte.

Per ricordarsi che è chi vive con e per gli animali che può dire di amarli davvero: fino all’ultimo.

Santi Quadalti, a destra, in una fotografia d’epoca