Rolex Gran Premio Roma e l’Italia: gioia solo per Giampiero Garofalo

L’esito della gara ha dimostrato una volta di più che il nostro salto ostacoli sta vivendo un momento in cui non è possibile pensare di eccellere: dobbiamo invece alimentare la crescita e la ricostruzione di un parco cavalli all’altezza di quelli che abbiamo perduto

La felicità di Giampiero Garofalo al termine della sua prima manche oggi (ph. UM)

Roma, domenica 30 maggio 2021 – Il Rolex Gran Premio Roma terminato oggi in Piazza di Siena con la vittoria del cavaliere tedesco David Will ha confermato quello che da tempo si va ripetendo circa la situazione attuale del salto ostacoli azzurro. Una situazione alla data di oggi non particolarmente allegra, sotto il profilo del risultato agonistico nudo e crudo, già messa eloquentemente in mostra dall’esito negativo della Coppa delle Nazioni due giorni or sono.

Oggi abbiamo un motivo per gioire e tanti altri per riflettere. Il motivo per gioire è senza alcun dubbio la magnifica prestazione portata a termine da Giampiero Garofalo in sella a Gaspahr: un favoloso percorso netto nella difficilissima prima manche (con un punto di penalità sul tempo massimo) e poi un errore nella seconda per il 10° posto finale. Ma non è tanto il piazzamento che conta in questo caso, quanto piuttosto la sensazione che hanno dato cavallo e cavaliere impegnati su questo percorso: quella di essere assolutamente a proprio agio su difficoltà davvero estreme che hanno reso la vita difficilissima – e in qualche caso perfino impossibile – a tanti altri grandi e affermati campioni ben più esperti e maturi (Giampiero Garofalo è nato il 19 maggio del 1994, dunque ha 27 anni).

E’ proprio quello che in questo momento stiamo cercando: forze nuove, cavalli nuovi, energie nuove. Ecco perché il risultato di Garofalo/Gaspahr è così particolare e significativo: dimostra quanto sia importante fare in modo che sulla scena del nostro salto ostacoli approdino elementi che consentano di guardare con fiducia a una… ripartenza, all’inizio di una nuova stagione lasciandoci alle spalle un periodo durante il quale abbiamo avuto grandi soddisfazioni (certo come mai accaduto in vari decenni precedenti… ) ma che è purtroppo finito.

Giampiero Garofalo e il suo cavallo rappresentano dunque la meravigliosa nota positiva di oggi. Ma le note negative sono purtroppo ben di più, e si possono sintetizzare nella seguente constatazione: nessun altro cavaliere italiano ha terminato la prima manche con meno di 8 penalità. Dopo Garofalo, il primo azzurro in classifica è Lorenzo de Luca su Nuance Bleue VDM Z al 17° posto. Un esito decisamente negativo, dal punto di vista di quel risultato nudo e crudo cui si faceva riferimento prima. Ma noi oggi non siamo nella situazione di poter pensare troppo al risultato di adesso, perché il risultato di adesso non può che essere negativo (Roma ce lo conferma): dobbiamo invece mettere ogni energia e capacità nella programmazione del futuro, e soprattutto cercando di valutare e apprezzare situazioni che sono in divenire, o che potrebbero esserlo.

Da questo punto di vista, per esempio, il risultato di Lorenzo de Luca e di Nuance Bleue oggi vale molto di più del 17° posto: la cavalla in un precedente concorso a Grimaud (Francia) aveva manifestato quelle difficoltà che avevano in seguito indotto il nostro fuoriclasse a ritirarsi dalla squadra di Coppa delle Nazioni (sostituito da Emanuele Gaudiano con Chalou), ma oggi di quelle difficoltà non c’è stata traccia… Mentre invece si sono viste qualità pregevoli che di questa cavalla potrebbero fare un vero protagonista non appena si consoliderà il suo rendimento a questo livello.

Un altro soggetto molto interessante oggi si è rivelato Crack Balou sotto la sella di Emanuele Gaudiano: ancora verde e inesperto, un po’ disordinato ed estemporaneo su difficoltà di questo tipo ma come è normale che sia per un cavallo di 9 anni che sta cominciando proprio adesso questo tipo di impegni. Tuttavia ha impressionato per mezzi e fisico: il tutto dovrà essere raffinato e lavorato, ma non c’è dubbio alcuno sul fatto che Emanuele Gaudiano lo saprà fare al meglio così come dimostrato da tanti altri cavalli giovani che con lui si sono affermati nella maturità.

C’è poi Antonio Alfonso che in questo momento ha due cavalli di grande pregio: il grigio Donanso, magnifico protagonista ieri nel piccolo Gran Premio, e il baio Charmie che in teoria dovrebbe essere quello per il gradino in più e che infatti oggi ha partecipato al GP Roma. Charmie ha chiuso con due errori più il tempo: ma non dimentichiamo che lui – come anche altri cavalli – non ha mai potuto partecipare a gare a cinque stelle da un anno e mezzo a questa parte… (e prima non era nella scuderia di Antonio Alfonso) il che è enormemente penalizzante poiché per soggetti nel pieno della maturità (Charmie ha 10 anni) il ritmo e la routine e la continuità sono fondamentali per raggiungere e poi conservare un certo rendimento.

Sono solo esempi che fanno chiaramente intendere come nel lavoro e nella preparazione agonistica dei cavalli la qualità principale sia la pazienza. Quante volte abbiamo visto soggetti che nella loro fase di crescita sembravano addirittura mediocri o comunque non particolarmente eccellenti, e che poi una volta raggiunta la maturità tecnica e agonistica sono sbocciati come veri campioni? L’errore più facile da commettere, ma certamente più grave una volta commesso, è quello di fare il passo più lungo della gamba: il rischio è quello di rovinare qualcosa che al contrario potrebbe essere preziosa.

L’Italia proviene dalla perdita di un gruppo di cavalli fenomenali che tante gioie ci hanno regalato con i loro eccellenti cavalieri; e in più abbiamo avuto un anno di stop alle gare (noi come tutti, ovvio: ma molti tra questi ‘tutti’ non hanno il nostro problema di approvvigionamento cavalli… ) che ha impedito lo svolgimento dei programmi prestabiliti per tanti binomi. Queste non sono scusanti, bensì dati di fatto. Adesso bisogna avere pazienza per ricostruire, lungimiranza nel vedere la qualità che potrebbe sbocciare, capacità di gestire al meglio le risorse – poche o tante che siano – di cui disponiamo.

Inutile fare processi alla squadra azzurra per una Coppa delle Nazioni andata male (ce ne saranno altre che andranno male, questo è sicuro fin da ora) o per un Gran Premio che non ci ha visto protagonisti se non con il bravissimo Giampiero Garofalo. Inutile perché non è possibile fare ciò che non si può. Quando i cavalli li abbiamo avuti i risultati sono arrivati: questo è indiscutibile. Dobbiamo ricostruire. Ci vuole tempo. E pazienza.

LA CLASSIFICA DEL ROLEX GRAN PREMIO ROMA
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