Un branco intero di Pony di Esperia: 33 soggetti di ogni età uccisi dal fulmine sui monti di Casalattico, nel frusinate.
Una razza a diffusione limitata il pony di Esperia con i suoi 1.798 soggetti iscritti al Libro Genalogico, di cui solo 77 caratterizzati: una preziosa biodiversità.
Con quel po’ di lontano sangue orientale ad affinarla ma che proprio nell’ambiente in cui nasce e cresce ha la sua caratteristica più spiccata, quella frugalità che permette ai Pony di Esperia di vivere in terreni estremamente marginali, valorizzandoli.
Bradi, liberi, in quella condizione spesso vista come ideale per un cavallo: e i monti di Casalattico, a ridosso del Monte Cairo, con le loro faggete potrebbero sembrare un Giardino dell’Eden fatto a misura di cavallo.
Tranne che durante eventi metereologici un tempo eccezionali, ma ora sempre più frequenti, come quello che lo ha colpito nella notte tra il 13 e il 14 maggio scorsi e che ha procurato anche black-out elettrico e coneguenti disagi nei paesi vicini.

Dal sito Blitzortung, la situazione fulmini nella notte in cui sono morti i 33 pony di Esperia
Il branco qualche giorno prima era uscito dai pascoli dove si trovava normalmente e si era spostato più in alto, verso il monte.
Il fulmine, la cui “grande grande pericolosità è dovuta, più che alle grandi tensioni, alla corrente che fluisce nel canale d’aria ionizzata” (da Wikipedia) li ha colpiti mentre erano vicini e in movimento nella stessa direzione.
Come fanno i cavalli in branco, specialmente quando sono spaventati e reagiscono a qualche forte rumore, o suono, o luce.
Come durante una tempesta di fulmini, per l’appunto, come quella della notte tra martedì e mercoledì a Casalattico che li ha sorpresi in una piana dove si trova anche una faggeta.
I cavalli erano tutti di proprietà di Mario Nota, dello storico allevamento di Colle San Magno: «Ho perso tutto in un istante, 20 anni di vita da allevatore non ci sono più» ha detto l’allevatore ai colleghi de Il Messaggero.
Continua Nota: «In un attimo ho visto svanire il lavoro di due decenni. Erano cavalli forti, abituati alla montagna, cresciuti con me. Alcuni li avevo allevati da quando erano puledri. Erano tutto».
Oltre al dispiacere, anche il danno materiale: non sono previsti risarcimenti economici agli allevatori per i danni dovuti ad eventi metereologici.
Da Leggo.it: «I Carabinieri hanno escluso altre piste: non ci sono tracce di avvelenamento né di colpi d’arma da fuoco».
Il Pony di Esperia negli ultimi anni è al centro di una più attenta selezione indirizzata ad un utilizzo ludici e sportivo di questi cavallini, distintissimi e pieni di qualità.
Li ricordiamo bene come li abbiamo visti ad Atina nel 2023, in occasione di un evento sportivo: pony con un futuro davanti, fulmini permettendo.
Per quanto riguarda i fulmini abbiamo chiesto aiuto a Fausto Del Pin, CEO/CTO presso 3EITALIA ISRL e Membro CEI (Comitato elettrotecnico italiano), oltre che uomo di cavalli.
«Il cambiamento climatico che stiamo vivendo sta causando, tra le altre cose, anche un aumento della potenza dei fulmini a causa della concentrazione degli eventi climatici stessi», spiega Del Pin.
«Quando aumenta la quantità di piogge e temporali, le radiazioni che arrivano fuori dallo spazio aumentano la quantità di energia sopra le nubi, in raggi gamma e in conseguenti Raggi X. I raggi X creano delle canalizzazioni, dei tubi volendo semplificare, nei quali i fulmini corrono e che si spostano col vento. C’era una vecchia teoria che diceva che i fulmini cadono sulle punte, mal interpretata da molti: i fulmini cadono dove vengono spostati con il vento, se trovano una punta preferenziale ci vanno sopra. Ma se stanno fra quattro punte e il vento li ha messi al centro, allora lì al centro cadono».
«Questo elemento è estremamente importante da tenere in considerazione perché di conseguenza non è che ci sia una zona di protezione», continua Del Pin. «Certamente 33 cavalli morti insieme fanno colpo: ma in quelle zone in realtà stanno morendo mandrie intere di di pecore, di mucche e di altri quadrupedi».
«Noi da 16 anni a questa parte abbiamo visto un aumento progressivo di questi casi: spesso vengono colpite le pecore, perché avendo le gambe corte sono molto vicine a terra. Ma ogni anno in Italia a causa dei fulmini, per fare un esempio, muoiono 20 persone e ci sono 300 feriti».
Qui la scheda Anareai dedicata al Pony di Esperia.
Qui un caso simile accaduto in Norvegia, 323 renne abbattute da un fulmine nel 2016 e 15 vacche morte in Svizzera per lo stesso motivo nel 2019.
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