Una grandissima soddisfazione, sì: perché sin dal primo minuto di pontificato Robert Francis Prevost siamo riusciti a legarlo ai nostri amatissimi cavalli, e strada facendo conferma sempre di più che sì, anche Papa Leone XIV è uno dei nostri.
Ieri hanno fatto il giro del mondo le immagini dove, in evidente confidenza, passeggia a mano un adorabile Purosangue Arabo di linea polacca, Proton.
Tra l’altro bel nome per il cavallo di un matematico, niente da dire.
Che in qualche modo perpetua in modo moderno il rituale omaggio della chinea (insieme a 8.000 once d’oro), che rappresentava il vassallaggio del Re di Napoli nei confronti del papa.
Una usanza che risaliva al 1266 e ai patti tra Carlo d’Angiò, dopo la conquista del regno di Manfredi e l’incoronazione a Re di Sicilia, e Papa Clemente IV.
Con cui gli angioni si obbligarono a “…versare annualmente alla Santa Sede, nella festa dei Ss. Pietro e Paolo, un censo di ottomila once d’oro, e in più, a presentargli unum palefridum album pulcrum et bonum“, da Enciclopedia Treccani.
La chinea era una raffinatissima cavalla ambiatrice, o una mula che per madre avesse una giumenta di tal razza ed ereditato la stessa andatura.
Il termine deriva dal francese antico ‘haquenée‘, cavallo che va all’ambio: l’andatura più comoda per i lunghi viaggi, le persone un po’ anziane o comunque poco sportive.
Ed era sempre di mantello grigio: come la tonaca del Papa, come il mantello candido di Proton dagli occhi grandi e dolcissimi.
Che è stato donato a Papa Leone da Andrzej Michalski, il suo allevatore: viene dalla Polonia, si è fatto ispirare dall’esortazione “Dilexi te”.
Di cui un passaggio recita: “L’amore e le convinzioni più profonde vanno alimentate, e lo si fa con gesti. Rimanere nel mondo delle idee e delle discussioni, senza gesti personali, frequenti e sentiti, sarà la rovina dei nostri sogni più preziosi”.
Michalski ha spiegato che “Nell’adempiere a questo appello, vorrei che Proton contribuisca alla realizzazione dei progetti indicati da sua Santità”.
Magari aiutando a raccogliere fondi per un progetto di ippoterapia, una delle attività svolte nel suo centro ippico in Polonia.
“L’ippoterapia è particolarmente utile a tutti quei bambini che hanno disabilità motorie” ha detto Anna Mieczkowska, anche lei in Vaticano come sindaca della città dalla quale proviene Proton.
Sarà Proton a prestare la sua opera di mediatore in ‘prima persona’?
O verrà venduto e si utilizzerà il ricavato per progetti di ippoterapia e riabilitazione, magari al Borgo Laudato Si di Castelgandolfo?
Non lo sappiamo ancora: ma forse, chissà, Proton potrebbe anche diventare il cavallo di qualcuno di voi.
Fonte della notizia: Vatican News, e qui un altro cavallo per un altro papa…Fleur de Lys, donata a Papa Giovanni Paolo II da Vittorio Ortalli.