Il Palio di Siena è un classico argomento divisivo: c’è chi lo ama e c’è chi lo odia, le mezze misure per quel che lo riguarda sono un caso statisticamente irrilevante.
Ma in entrambi i casi, se si vuole andare oltre alla superificialità, occorre conoscerlo.
Capire come funziona, quali sono le sue regole che creano punti fermissimi in una realtà che non ha nulla a che fare con l’ippica e le corse regolari.
Quella che due volte l’anno si corre a Siena è un’altra cosa, e anche i suoi cavalli devono essere ‘altro’.
Con motivazioni ben precise, tanto che è stato creato un Protocollo del cavallo Mezzosangue da Palio.
Ma perché proprio quel Mezzosangue e non magari cavalli meno veloci come i Maremmani, tanto per dire una razza che ha radici in Toscana?
Lo ha spiegato molto bene il colonnello Marco Reitano, medico veterinario, già Comandante del Centro Militare Veterinario di Grosseto e componente della Commissione veterinaria comunale del Palio di Siena dal 2003 al 2013.
Ma in questo particolare caso, in lui parlano il docente di biomeccanica del cavallo sportivo nella Scuola di Fisioterapia del Cavallo Sportivo dei “Dioscuri” in Siena e il Professore a Contratto della Facoltà di Medicina Veterinaria di Parma per le materie di biomeccanica e metodologia dell’allenamento del cavallo sportivo.
E’ con questa autorevolezza che ha risposto a uno dei commenti scritti sotto alla condivisione Facebook di questo nostro articolo, a firma di una compentente e gentile signora che ama i cavalli.
La signora, nello specifico, auspicava l’impiego dei cavalli Maremmani al Palio di Siena perché, ritenendoli meno veloci, ipotizzava un minor rischio di incidenti.
Questa la risposta del Comandante Reitano: “…il problema e’ di velocita’, massa corporea ed ampiezza della falcata. Il Purosangue Inglese arrivava alla curva di San Martino a 60 km orari con una falcata talmente ampia che aveva necessita’ di ridurre frenando prima della curva, rischiando lesioni ossee spontanee. L’Anglo-Arabo (unico ora ammesso al Palio, n.d.r.) e’ altrettanto leggero e veloce ma con una velicita’, ottenuta con aumento del ritmo e una falcata tale, che gli permette in curva di mantenere una cadenza regolare. Ne consegue una carriera piu’ regolare e molto meno traumatica. Il cavallo Maremmano avrebbe una massa corporea eccessiva, e comunque una velocita’ vicina a quella degli Anglo-Arabi: ma con falcata decisamente piu’ ampia, e minor agilita’. Queste le valutazioni alla base delle scelte di 25 anni fa che mi piace specificare ad una persona competente e amante del cavallo come Te!”.
Una lezione di biomeccanica, ma anche di garbo ed eleganza.
Perché si può essere di pareri diversi, anche opposti: e rimanere civili ugualmente.
E se permettete ci piace ricordarlo oggi, il giorno in cui la Chiesa Cattolica ricorda Maria Regina della Pace: “La pace non è un’utopia spirituale: è una via umile, fatta di gesti quotidiani, che intreccia pazienza e coraggio, ascolto e azione. E che chiede oggi, più che mai, la nostra presenza vigile e generativa”.
Lo ha detto Papa Leone XIV nei giorni scorsi, possiamo farne esercizio anche parlando di questioni di Palio – che, guarda caso, è sempre dedicato alla Madonna.
E non è (solo) una questione di fede, ma (anche, e soprattutto) di civiltà.