Provate a pensarci così: su quei quattro singoli punti (tutto sommato abbastanza piccoli) si concentra tutto il peso di ogni cavallo, il tutto aumentato in modo esponenziale quando si muove al trotto, al galoppo o durante la ricezione di un salto.
I piedi di un cavallo sono veramente la base del suo benessere generale, e la loro buona condizione gli permette di esprimersi al meglio qualunque sia il suo ambito di azione.
Sì, ma da dove si comincia a prendersene cura?
Prima di tutto facendolo seguire da un buon maniscalco o pareggiatore, se abbiamo fatto la scelta ‘barefoot’ e curando che si inserisca nella ‘squadra’ del cavallo, insieme a noi e al veterinario.
La comunicazione all’interno di questa squadra è fondamentale, perché ognuno degli elementi che la forma può trasmettere informazioni utili agli altri e contribuire a creare quindi un quadro completo della situazione.
L’importanza della lettiera
Che va considerata in ogni minimo particolare: a partire dalla lettiera, tanto per cominciare.
Perché specialmente per i cavalli che passano molte ore in box è determinante nel condizionare lo stato di salute del piede: meno la lettiera è tenuta pulita, più i piedi dei cavalli costretti a subirla avranno possibilità di problemi, dal marciume del fettone in poi.
Quelle in truciolo areato sono le più comuni, ma in casi particolari sono utili anche quelle in carta o in torba, che evitano una eccessiva pressione alla suola dei soggetti affetti, ad esempio, da laminite.
Ma qualunque sia il tipo di materiale scelto per farla il mantra è solamente uno: pulizia, pulizia, pulizia.

I fondamentali
Una ottima abitudine, di quelle che vanno instillate con caparbietà nella testa degli allievi di ogni scuola di equitazione è di pulire con meticolosità i piedi del cavallo non appena esce dal box.
Scaricargli i piedi dalla segatura, pulire con attenzione le lacune del fettone, togliere sassi e sassolini: valutare stato dell’unghia, consistenza del fettone, eventuali cattivi odori, controllare i chiodi.
Deve essere una routine immancabile, in modo che ogni cambiamento sia notato e considerato.
Fondamentale toccare la muraglia dello zoccolo per sentirne la temperatura, nel caso fosse più calda del solito chiamare subito il veterinario.
Da usare con delicatezza le spazzole ruvide per pulire l’unghia: rovinano la benda perioplica che protegge la muraglia, quindi usarle con parsimonia.
Attenzione anche alle docce: specialmente d’inverno molto meglio non esagerare, per evitare una eccessiva morbidezza dell’unghia.
Fondamentale riuscire a giostrare acqua e grasso per mantenere il giusto grado di umidità: in estate e col tempo secco bene bagnare i piedi e poi dare il grasso per mantenerli un pochino più morbidi, in inverno il grasso andrà dato sull’unghia asciutta proprio per proteggerla dalla troppa umidità.
Particolare attenzione alle unghie bianche, sempre più delicate e tendenti ad ammorbidirsi di più.

Bauletti perfetti
Qual’è il necessaire perfetto per la pedicure dei nostri cavalli?
Prima di tutto un buon curasnette, di quelli con la spazzolina incorporata in modo da non tribolare a cercare l’altro attrezzo quando sei lì con il piede in mano.
Poi il grasso per gli zoccoli, la nostra barriera per l’umidità modulabile: lo possiamo trovare in tante varianti, dal classico naturale a quello verde disinfettante al nero ristrutturante.
Utilissimo anche il catrame vegetale quando il tempo si fa umido e si lavora tanto su terreni bagnati.
Ottenuto dalla distillazione del legno di betulla, faggio e pino ha proprietà cheratoplastiche, antibatteriche e disinfettanti: il primo soccorso utile, quando il naso vi dice che quel fettone sta diventando un po’ troppo umido.
Grande classico il Liquido del Villate: una soluzione farmacologica utilizzata per la cura del cancro del fettone dei cavalli, si prepara a partire da solfato di rame, solfato di zinco, acetato basico di piombo e aceto bianco.
Senza bisogno di arrivare al cancro del fettone, è sicuramente un ottimo rimedio per unghie troppo molli e tendenti al marciume.

Ferri sì o ferri no?
Mettere o meno i ferri ai nostri cavalli è una scelta da fare considerando molte variabili, se vogliamo veramente pensare al loro benessere.
Per tenere un cavallo sferrato dobbiamo garantirgli l’accesso costante al paddock (stare sullo sporco è molto peggio per gli ‘scalzi’), e valutare con attenzione la sua unghia in rapporto al lavoro che intendiamo fargli fare e ai terreni che incontrerà.
Mettiamoci una mano sul cuore: per quanto sia attraente l’idea del barefoot, i lunghi trekking su terreni abrasivi per la quasi totalità dei cavalli sono una tortura, che nulla a che fare con il loro benessere.
Per cui adeguiamoci: se vogliamo tenerli scalzi dovremo valutare con attenzione percorsi e terreni, limitandoci a quelli che non andranno a mettere in difficoltà i piedi dei nostri amici.
Il che può funzionare benissimo, sia chiaro; ma non permette di essere pronti per fare un lungo trekking impegnativo.
Sempre un buon aiuto le scarpette, in questi casi: da tirare fuori in caso di imepgno eccezionale, da riporre quando si fa la solita passeggiata.

E per i cavalli che fanno sport?
Le variabili sono ancora di più, perché sono cambiati i terreni di gara – oggi le sabbie silicee ‘bloccano’ molto di più il piede – e ogni cavallo, da meraviglia unica che è, ha le sue preferenze.
Molti cavalli da trotto vengono sferrati in gara perché trovano meglio i passaggi senza il rischio di raggiungersi nel loro movimento così esasperato.
E anche alcuni specialisti del Dressage si esprimono meglio sferrati.
In questi casi è ancora più evidente l’importanza di trovare l’equilibrio tra obiettivo agonistico e strumenti a disposizione per raggiungerlo: un equilibrio che ci fa tornare all’argomento iniziale, cioè all’importanza della squadra che segue e lavora per quel cavallo.
E lo conosce come il palmo della sua mano – o se preferite, come la suola del suo piede.

























