Gessica Notaro si conferma come protagonista dello spettacolo a tutto tondo e dopo la ‘prima’ dello scorso novembre a Fieracavalli il musical equestre Broadway, che la vede al debutto come direttrice artistica, ha riempito gli spalti di Villa Giona a Castelguglielmo, in provincia di Rovigo, dal 14 al 17 agosto scorsi.
Dividendo l’arena con i Maestri della famiglia Giona e altri protagonisti dello show equestre internazionale Notaro continua a consolidare le sue esperienze, e ha portato in scena tutte le sue passioni.
Ci facciamo raccontare da lei come è andata, prima che il tempo si porti via anche la più piccola emozione.
“È andata sopra ogni aspettativa, è stato un successo strepitoso e abbiamo avuto tantissimo pubblico. Tribune piene tutte le sere, forse un po’ meno la sera del Ferragosto altrimenti sempre pieno, pieno, pieno”.
Quanto è stata intensa la preparazione di questo evento?
“Una tensione incredibile: sono arrivata a Villa Giona il lunedì, le prime prove sono state fatte il martedì pomeriggio. Tutto lo staff artistico – cantanti e ballerini – è da maggio che si prepara ma non aveva mai incontrato, fino a quel momento, lo staff equestre. E’ la nostra modalità: per fortuna Carlo Tedeschi e i ragazzi della RDL sono vicini a casa mia, a Rimini, quindi riesco sempre a gestire le prove. Quindi le generali tutti insieme sono state martedì pomeriggio, martedì notte, mercoledì pomeriggio, mercoledì notte e giovedì mattina. In quei giorni non ho mangiato, non ho dormito, vivevo di aria e mi teneva in piedi l’adrenalina. Tra l’altro anche trascurando un po’ le mie 5 performance di questo show perché avevo la responsabilità di tutta la squadra”.

C’è un vecchio detto, a proposito di biciclette mi pare…
“Esatto: ‘hai voluto la bicicletta, ora pedala!’. Eravamo quasi stretti coi tempi, siamo arrivati al mercoledì notte e non siamo riusciti a fare una vera prova generale tutta d’un fiato, siamo riusciti a provare il filato fino a metà, al sesto/settimo numero. Quindi in quel momento lì io, donna di fede, come del resto Carlo Tedeschi e tutta la nostra allegra compagnia, dico ‘Ragazzi, affidiamoci al Cielo: abbiamo fatto la nostra parte, dove non arriviamo noi ci daranno una mano da lassù. Così in quella seconda parte di show ho cercato di mettermi d’accordo con la regia e creando dei possibili ‘piani B’. Perché lavorando con gli animali non vi è mai certezza di finire esattamente sull’accento musicale. Quindi giù soluzioni per ogni eventuale impasse, almeno quelli immaginabili. Poi dal giovedì sera, la prima sera, un successo incredibile: la perfezione. Tutto liscio, tutto a meraviglia per per quattro sere, e io ancora non me lo spiego. Anzi sì, perché è quando c’è tanta professionalità che succedono questi piccoli ‘miracoli’”
Gli artisti di Broadway sono davvero di livello internazionale.
“E’ questo il nostro segreto: la famiglia Giona e tanti degli altri artisti vengono dai più grandi spettacoli equestri che girano il mondo. Anche i componenti dello staff di Tedeschi sono dei soldati svizzeri: una volta che ce l’ho messa tutta ho guardato il Cielo, pensato ‘Adesso dammi una mano tu’: ed è andata”.
Poter contare su compagni così esperti è una certezza di successo. Ma quali sono state le sorprese, quelle che adesso si porta dietro e le daranno la carica per il futuro?
“Sicuramente la componente magica che si instaura nello show: quando lavoro con queste persone accade sempre qualche cosa di particolare che fa vivere a tutti noi delle emozioni forti. Abbiamo toccato dei temi delicati nello spettacolo: come quello della guerra, dei sogni dei bambini che sarebbero da tutelare e proteggere. O come di consueto, per me, quello della violenza sulle donne. Ci siamo entrati così dentro nel vivere quell’emozione che noi stessi ne siamo rimasti poi commossi. E tra una performance e l’altra mi cambiavo al volo e da dietro le quinte controllavo lo show, guardavo gli artisti in scena e mi emozionavo pensando che avrei dovuto essere super centrata e fredda e invece mi sono fatta dei pianti, o magari ho riso. Sicuramente questo show è stata una delle emozioni più belle della mia vita”.

Quali erano i temi delle sue 5 performance?
“La prima era un’entrata in scena proprio da diva di Broadway, con una tutina costellata di Swarovski: entravo a cavallo cantando, poi smontavo per la performance ballata e quindi uscivo di scena portata via da Diego Giona e il suo cavallo, sulla groppa dietro di lui.
Nella seconda performance racconto la mia storia di violenza sul tema del Tango di Roxanne. La terza è un assolo mio, con le redini in cintura cantando Be Italian, un pezzo storico del musical ‘Nine’ che a me piace da impazzire: lì a un certo punto sparisco, smonto, corro a ballare con i tamburelli e tutte le ballerine, poi esco di corsa, rimonto ed entro cantando per il finale”.
Per la chiusura avete ideato qualcosa di forte.
“Certo: chiudiamo tutti e 128 insieme, chi a cavallo e chi da terra. Io e Francesco Troilo Di Carlo, il frontman della compagnia RDL cantiamo ‘New York, New York ‘di Liza Minnelli e Sinatra. E poi abbiamo la lunga chiusura con i saluti finali per lasciare quell’emozione positiva impressa nella testa delle persone. Uno spettacolo di un’ora e 30 pieno di saliscendi, di emozione. Mai un minuto morto o un momento di noia”.
Commenti del pubblico?
“Il più comune? ‘C’erano talmente tante cose, talmente tanto stupore che non sapevamo più dove guardare’. Con Alex Giona siamo impazziti di felicità: era commosso anche lui, già la sera della prima ci siamo abbracciati fortissimo, abbiamo detto ‘Ce l’abbiamo fatta!” . Io e lui siamo due Capricorni tenaci, quando dobbiamo decidere le cose ci affrontiamo, discutiamo, però siamo complementari. Riusciamo sempre a raggiungere l’obiettivo dandoci una mano”.
Deve essere una sicurezza incredibile avere di fianco un professionista come lui, e come sono già anche i suoi figli, nonostante siano così giovani.
“Alex in particolare è il mio maestro. Una cosa che vorrei specificare è che veramente sono immensamente riconoscente ad Alex Giona e a Carlo Tedeschi, il regista della compagnia RDL. Sono grata a questi due uomini perchè oltre a essere i miei maestri sul palcoscenico, sono anche miei mentori nella vita. Uno per la vita sul palcoscenico, a teatro e l’altro per il palcoscenico equestre. Sono grandissimi punti di riferimento per me. Vederli così orgogliosi di me mi ha riempito il cuore di gioia. Lavorando con loro mi sento tutelata perché mi tengono per mano, uno a destra e l’altro a sinistra. Grazie a loro, che mi hanno affidato la direzione artistica, ho avuto la possibilità di avere la loro massima fiducia e carta bianca nel dare spazio alla mia totale follia”
Da cosa si è fatta ispirare per la direzione artistica?
“Il discorso parte dallo scorso anno in Fieracavalli, dalla serata di Coppa del Mondo, quando Armando Di Ruzza mi ha chiesto di prendere la direzione artistica del venerdì sera: lì ho pensato che dovevo dare il meglio di me. E potevo offrirlo creando una fusione tra quelli che sono i miei mondi portanti, protagonisti della mia vita da sempre: il palcoscenico, il canto, il ballo e il mondo dei cavalli. Così si è creato il musical equestre formato appunto da me, dalla compagnia RDL diretta da Carlo Tedeschi e i Giona Show”.

Forse nel mondo dei cavalli non si conosce esattamente il suo trascorso da performer e cantante.
“Ho iniziato a studiare canto che avevo 8 anni e non ho mai smesso, esibendomi anche su palcoscenici importanti. Ho sempre cantato nella mia vita, e ho fatto tantissima televisione quando avevo vent’anni, anche in diversi corpi di ballo. Non da professionista, non mi posso definire una ballerina professionista: sono una cantante che per necessità e passione ha imparato anche a ballare, e cerca di cavarsela al meglio. Poi grazie a Milly Carlucci ‘Ballando con le stelle’ ha segnato la grande svolta della mia vita per quello che riguarda il ballo, è stato un percorso di approfondimento molto importante. Ho fatto centinaia e centinaia di spettacoli in tutta la mia vita, non li conto neanche più e mi son tolta le mie soddisfazioni: ho fatto anche Sanremo nel 2020. Ma chi mi conosce, chi mi vive da vicino sa che non mi sono mai sentita veramente, profondamente appagata solo come cantante o solo come performer. Sul palcoscenico mi mancava sempre qualcosa, e così allo stesso modo quando ero a cavallo mi mancava sempre qualcos’altro. Oggi che ho trovato questa dimensione sento che è la mia dimensione, sento che è il mio futuro, questo del musical equestre. Quando sono sul cavallo con le redini in cintura, libera di esprimermi con le mani, ballare e cantare allo stesso tempo, io lì mi sento il mio posto. Ho trovato la mia dimensione”.
Quali sono le prossime idee, quelle per il futuro?
“Far sì che Broadway vada avanti e che questa sia solo la prima di una lunga serie di tappe. Ci stiamo già muovendo, lo spettacolo merita anche già solo per la sua unicità. E’ il primo vero musical equestre, nel mondo non esiste ad oggi un prodotto come questo. Sono venuti a vederci tanti grandi del mondo equestre, anche dall’estero e sono tutti convinti del grande futuro che può avere questo prodotto. Quindi noi siamo molto carichi e decisi ad investire e farlo girare nelle capitali italiane, e poi a livello internazionale”.
Preparatevi alle emozioni: Gessica Notaro e Broadway non si fermano qui.
