Ottant’anni di Mauro Checcoli, l’oro del record

Architetto, ingegnere, ma prima di tutto atleta e poi dirigente sportivo: il campione azzurro è l’unico cavaliere italiano nella storia delle Olimpiadi capace di vincere la medaglia d’oro sia individuale sia a squadre

Mauro Checcoli e le due medaglie d'oro olimpiche di Tokyo 1964 (ph. UM)

Bologna, mercoledì 1 marzo 2023 – Mauro Checcoli oggi compie 80 anni e qualcuno dovrà prendersi la briga di ricordarglielo perché lui di certo non ci farà troppo caso, preso com’è dalle sue migliaia di occupazioni e impegni e appuntamenti e incontri e riunioni… La sua del resto è sempre stata una vita freneticamente piena di cose: legate alla sua attività professionale di architetto e ingegnere prima di tutto, e quindi restauri, progetti, costruzioni, disegni, riqualificazioni… ma poi anche al suo amore per lo sport vissuto prima da atleta e poi da dirigente… e poi ancora alla sua coscienza etica e civica e quindi con conseguenti impegni e collaborazioni di volontariato. Insomma, Mauro Checcoli ha fatto in ottant’anni di vita quello che qualunque altro ‘normale’ essere umano non riuscirebbe a fare nemmeno nel doppio del tempo…

Ma tra tutte le cose da lui fatte, ideate, progettate realizzate, costruite, dirette… etc etc, a noi naturalmente interessano in particolare quelle legate allo sport. Prima di tutto allo sport genericamente inteso: Mauro Checcoli infatti in età giovanile ha tirato di scherma, ha ottenuto ottimi risultati in atletica leggera e con la squadra di pallacanestro Moto Morini di Bologna è arrivato anche alla serie A… Il ‘suo’ sport tuttavia non è stato né quello sulle pedane, né quello sulle piste, né quello sul parquet dei palazzetti: il suo sport, la sua vita, il suo essere atleta e campione sono stati i cavalli, l’equitazione, in particolare il completo. E nella specialità del completo Mauro Checcoli è riuscito a coronare il sogno di qualunque atleta di qualunque disciplina di qualunque parte del mondo: le Olimpiadi. Non nel senso della partecipazione (cosa che comunque rappresenta un traguardo al quale solo una minima percentuale di atleti sulla massa dei praticanti riesce ad arrivare, e Checcoli di Olimpiadi ne ha fatte ben tre… ), no: lui ha vinto! Medaglia d’oro individuale e medaglia d’oro a squadre, divenendo così l’uomo record dello sport equestre azzurro: dal 1912 a oggi lui è l’unico atleta italiano delle tre discipline olimpiche dello sport equestre capace di vincere le due medaglie d’oro nella stessa Olimpiade. Solo lui: Mauro Checcoli. In 111 anni. Record anche per la squadra: l’unica formazione azzurra vincitrice dell’oro olimpico… !

La storia si sa. O meglio, si dovrebbe sapere… In vista dei Giochi di Tokyo 1964 il presidente della Fise Tommaso Lequio (a sua volta oro olimpico individuale in salto ostacoli ad Anversa 1920) affida al marchese Fabio Mangilli la preparazione della squadra italiana di completo. Mangilli si mette alacremente all’opera: sceglie i cavalli, li lavora inizialmente nella sua scuderia di Flumignano in Friuli, poi con il gruppo dei ragazzi selezionati si trasferisce ai Pratoni del Vivaro per l’ultimo anno di preparazione. Alla fine volano in Giappone – contro l’opinione di una ristretta ma prestigiosa parte di addetti ai lavori che riteneva la spedizione fallita in partenza – Mauro Checcoli (classe 1943) con Surbean, Giuseppe Ravano (1943) con Royal Love, Paolo Angioni (1938) con King e Alessandro Argenton (1937) con Scottie. Il risultato è sensazionale: Mauro Checcoli e l’Italia campioni olimpici… ! Un trionfo. Un’impresa dai contorni epici e dal contenuto storico.

«Nella vita puoi fare di tutto, ottenere i risultati professionali più prestigiosi, ricoprire le cariche più importanti, ma se hai vinto la medaglia d’oro alle Olimpiadi sarai ricordato sempre e solo per quello», considerava Mauro Checcoli in una delle sue tante interviste rilasciate sul tema. Con ragione, in effetti… Perché poi lui di Olimpiadi ne ha fatte altre due (Messico 1968 e Los Angeles 1984, andando molto vicino negli Stati Uniti al vincere un’altra medaglia che dopo vent’anni da quella di Tokyo sarebbe stata… ubriacante!), quindi in seguito da dirigente è stato eletto alla presidenza della Fise per due quadrienni (1988-1996), per dieci anni (1978-1988) ha presieduto il Coni provinciale di Bologna essendo contemporaneamente membro del consiglio nazionale dello stesso Coni, ha fondato l’Accademia Nazionale Italiana Federigo Caprilli, più altre cariche rivestite in altre istituzioni extra sportive… ma se si pronuncia il suo nome la prima cosa che viene in mente è Tokyo 1964. Immancabilmente. L’oro del record: firmato Mauro Checcoli.